venerdì 4 giugno 2010

UN FEDELE LETTORE DEL “GIORNALE”

Lo incontro quasi tutti i giorni: al bar, per strada, alle poste, in banca… non ci salutiamo, no, formalmente non ci conosciamo, però su di lui so alcune cose: faceva il professore (preside?), adesso è vedovo e in pensione, la gente di una certa età che incontra per strada lo saluta rispettosamente, quindi a modo suo è “qualcuno”. Vestito sempre bene, serio, con l’eleganza piccolo borghese di quarant’anni fa, ogni mattina fa il suo giro d’ispezione: i soliti posti del quartiere, fare la spesa, passare dalla banca, prendere un caffè al bar, comprare il giornale. Ecco che sono arrivato al punto: come tanti altri, anzi tantissimi per i miei gusti, è un fiero lettore de “il Giornale”, infatti non perde occasione di far vedere agli altri in tutte le maniere il giornale che legge, fa commenti ad alta voce, ridacchia leggendo e si gira per vedere se gli altri lo guardano. I suoi commenti sono scontati –almeno per me- quindi ho sempre evitato di rispondere, ma oggi non ho resistito: aveva attaccato bottone ad un povero ragazzo con sembianze alternative, parlandogli “dei suoi amici terroristi che si travestono da pacifisti”. Con tono pacato e fingendomi ultraconservatore mi sono intromesso nella conversazione e sono riuscito a fargli dire quello che volevo sentire: ci vuole ordine, quando c’era una persona che adesso non va di moda andava tutto bene, anche questi ebrei, a casa loro possono fare quello che vogliono contro i musulmani, ma c’è una congiura internazionale di tutti i ricchi (che sono ebrei appunto) che vogliono governare il mondo, ecc. ecc. Ho salutato e me ne sono andato senza controbattere. Adesso so che ogni volta che compro il “Fatto Quotidiano”, “L’Unità” oppure “il manifesto” non dovrò più cercare di piegare per non farlo vedere.

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