venerdì 18 giugno 2010

Digitale terrestre, fregatura spaziale (2)

Tv/ Tribunale Ue boccia ricorso Mediaset su aiuti per decoder. Vanno restituiti aiuti di Stato per passaggio digitale terrestre

Post pubblicato il 15 giu 2010 su:
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Bruxelles, 15 giu. (Apcom) – Il Tribunale di primo grado dell’Ue, con una sentenza emessa oggi a Lussemburgo, ha respinto il ricorso di Mediaset contro la decisione del 2007 con cui la Commissione europea aveva imposto il recupero dei contributi pubblici per i decoder, concessi a favore delle emittenti digitali terrestri che offrivano servizi di televisione a pagamento.

Il Tribunale Ue ha confermato il giudizio della Commissione, secondo cui i contributi per i decoder, che avevano permesso alle emittenti di promuovere i loro servizi a pagamento sul digitale terrestre, costituiscono un aiuto di Stato e devono essere recuperati, in quanto si tratta di una misura non neutrale dal punto di vista tecnologico, che attribuisce alle emittenti digitali terrestri un vantaggio indiretto a danno delle emittenti satellitari.

Nell’ambito del passaggio al digitale terrestre, avviato in Italia nel 2001 e il cui completamento previsto per il novembre del 2012, la legge finanziaria del 2004 aveva deciso un contributo pubblico di 150 euro per ogni utente che avesse acquistato o locato un apparecchio per la ricezione di segnali televisivi digitali terrestri. Lo stesso aiuto veniva rifinanziato, nel 2005, per un importo ridotto a 70 euro. Il limite di spesa del contributo ammontava, per ogni anno, a 110 milioni di euro.

Successivamente, a seguito delle denunce presentate da emittenti satellitari (in particolare, Centro Europa 7 Srl e Sky Italia Srl), la Commissione aveva avviava un procedimento formale di indagine e, nel 2007, aveva qualificato il contributo pubblico per i decoder come aiuto di Stato a favore delle emittenti digitali terrestri che offrivano servizi di televisione a pagamento, in particolare servizi “pay per view”, nonché di operatori via cavo fornitori di servizi televisivi digitali a pagamento.

Per la Commissione, sebbene il passaggio alla radiodiffusione televisiva digitale costituisse un obiettivo di interesse comune, il contributo risultava sproporzionato e non evitava inutili distorsioni della concorrenza. In particolare, stabiliva la Commissione, non applicandosi ai decoder digitali satellitari, la misura non era tecnologicamente neutra. La decisione di Bruxelles imponeva all’Italia di procedere al recupero, nei confronti dei beneficiari (ossia le emeittenti digitali terrestri), dell’aiuto e dei relativi interessi.

Contro la decisione della Commissione Mediaset aveva presentato un ricorso presso il Trbunale di primo grado, al fine di ottenerne l’annullamento, ma con la sentenza di oggi il Tribunale lo ha respinto in toto.

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