mercoledì 16 giugno 2010

Allergia alle critiche: l'Osce, il governo italiano e la legge-bavaglio

Bizzarra reazione di Frattini alle critiche dell'Osce conto i ddl intercettazioni
Post n°1756 pubblicato il 16 Giugno 2010 da labirintodifuoco

http://blog.libero.it/philia/8950486.html

Ovviamente non è mancato qualche intervento, più che altro servile, per criticare l'Osce e guadagnare punti nella considerazione del duce, il quale è sempre felice che venga contrastato qualunque organismo che limiti il suo stesso potere. L'intervento di ieri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) sul Ddl intercettazioni, un intervento ispirato da un senso democratico e istituzionale che dovrebbe essere normale i Europa, dove le dittature sono state abbattute da anni, è giudicato "inopportuno" dalla Farnesina. Ovviamente però Frattini non può contestare l'Osce nel merito. Ad Apcom il portavoce del ministero degli Esteri, Maurizio Massari. ha dichiarato che "Abbiamo fatto presente attraverso i nostri canali diplomatici - pur riconoscendo l'importanza del lavoro dell'Osce in questo settore - l'inopportunità di pubblicizzare uno statement su una misura legislativa, il cui iter parlamentare è ancora in corso", ha detto il portavoce. "Così si rischia di interferire e di turbare il dibattito del Parlamento". "Noi non disconosciamo il lavoro dell'Osce - ha sottolineato Massari - ma giudichiamo inopportuno il 'timing'" del suo intervento. L'Osce, con una nota pubblicata sul suo sito web, ha chiesto all'Italia di non approvare definitivamente nella versione uscita dal Senato il testo di legge sulle intercettazioni proposto dal Governo Berlusconi. "Il progetto di legge approvato dal Senato nella sua formulazione attuale - afferma Dunja Mijatovic, la delegata Osce per l'Informazione - contraddice le raccomandazioni dell'Osce, specialmente nella misura in cui proibisce l'uso di alcune fonti confidenziali e materiali che possono essere necessari per indagini giornalistiche significative al servizio della democrazia". Ce lo devono dire dall'estero!!! Ci sono italiani che ritengono che la privacy di chi è dedito al malaffare, al crimine, alla distruzione delle istituzioni democratiche, sia più importante delle indagini dei pubblici ministeri!

Inoltre chiunque può notare che in Italia il lavoro del Parlamento è turbato da tempo al punto che lo stesso capo dello Stato, che nessuno considera un estremista né un temerario, né uomo da cui aspettarsi interventi audaci o fuor di misura, ha rimproverato il governo per il continuo ricorso al voto di fiducia e ai maxi-emendamenti stracarichi di argomenti eterogenei che il Parlamento dovrebbe votare in tempi strettissimi a causa dell'emergenza (o passa il maxi-emendameno o salta la legge). Dunque non è l'Osce che mette in difficoltà il governo. E' il governo che lavora in modo inconsueto e non è in grado, almeno sinora ha mostrato questo difetto e pare che ne dimostrerà altri se passerà il ddl anti-intercetttazioni, di esprimersi seguendo i principi di fondo della democrazia, una forma di stato e di governo che prevede una magistratura libera di indagare, come stabilito dalla Costituzione. In nessun Paese europeo il poprietario di tre tv private, per nominare solo le principali, è capo del governo. Inutile quindi sostenere che i pm in altri Paesi godono di minore indipendenza. La magistratura non è una casta di intoccabili (vengono continuamente bersagliati da polemiche spaventose da parte del premier): ha anzi bisogno di maggiori risorse per contrastare la criminalità organizzata e tutelare le istituzioni democratiche.


No dell'OSCE al ddl intercettazioni
È la seconda bocciatura internazionale dopo quella del Dipartimento di giustizia americano


di Sara Nicoli

IIl Pdl la chiama “un'incredbile invasione di campo”: la bocciatura del disegno di legge sulle intercettazioni che è arrivata ieri sera dall’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) viene accolta come un trauma dal governo. L'organizzazione, specializzata nel controllo delle procedure democratiche in Paesi a rischio autoritario, invita l'Italia a rinunciare al ddl intercettazioni o, almeno, a modificarlo sulla base degli standard europei sulla libertà di espressione. “Così Fini ne avrà un’altra da dire”, ha subito commentato, rabbioso, il Cavaliere che ha ordinato al ministro degli Esteri Franco Frattini di intervenire. Il risultato è una presa di posizione ufficiale della Farnesina che trasforma la bocciatura in un caso diplomatico: “Da parte italiana, attraverso icanali diplomatici, è stata fatta notare con fermezza l'inopportunità di tale intervento”, dice il portavoce del ministero degli Esteri. E' la seconda bocciatura internazionale in poche settimane per il governo, dopo quella del Dipartimento di giustizia americano che, con il portavoce Lanny Bauer aveva ricordato come intercettare sia “essenziale” per le indagini.

E adesso, Dunja Mijatovic, responsabile dell’Osce per la libertà dei media, è ancora più esplicita: "Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia. I giornalisti devono essere liberi di riferire su tutti i casi di pubblico interesse e devono poter scegliere come condurre una indagine responsabile” . Il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Osvaldo Napoli, commenta subito: “ La signora Dunja Mijatovic è stata nominata all’incarico soltanto il 3 marzo scorso e probabilmente non ha ancora avuto modo neppure di leggere il testo.

L'Osce in quanto tale non ha espresso nessun voto nè adottato decisioni di alcun genere perchè è un club, costoso e raffinato, ma sostanzialmente inutile”. Dentro il Pdl, poi, c’è la solita aria da resa dei conti. Che potrebbe consumarsi anche oggi pomeriggio, durante un vertice di partito che Silvio Berlusconi ha convocato proprio per dire l’ultima parola sulla questione delle intercettazioni. Dietro, però, c’è molto di più. “La questione – racconta Napoli – è stata gestita male, ma c’è un patto che va rispettato; io trasecolo a sentire che dopo due anni e mezzo non ci sarebbe fretta per approvare il ddl, come dice Fini”. Così, mentre Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl, ieri ha serrato le fila obbligando – con una lettera – i deputati ad assicurare la presenza in aula anche la prima settimana d’agosto, la presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno (che sarà anche relatore), ha calendarizzato per giovedì prossimo l’inizio dei lavori sul ddl. Il Cavaliere, però, frigge. Non si fida più dei finiani e teme che i lavori parlamentari possano riservare sorprese. Con i finiani in ordine sparso, poi, è praticamente impossibile “controllare il territorio”, sottolinea un altro falco. “Non siamo disponibili a votare il testo blindato che è uscito dal Senato – spiegava ieri il finiano Carmelo Briguglio – e sarebbe meglio tenere il cantiere aperto; oppure è meglio prepararsi ad uno scontro istituzionale con il Quirinale”. I finiani, poi, non si stanno organizzando solo sul fronte delle intercettazioni. Anche la manovra è nel mirino. Guidati da Mario Baldassarri stanno preparando una sorta di “contromanovra” con emendamenti firmati da tutta la pattuglia. In ambienti vicini a Palazzo Grazioli si parla di un Berlusconi deciso a “chiudere la partita con Fini” il più presto possibile.

da Il Fatto Quotidiano del 16 giugno 2010
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2499683&title=2499683
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