domenica 22 settembre 2013

ALBA DORATA: UN PERICOLO SOTTOVALUTATO



Ilias Kasidiaris, portavoce di Alba Dorata, ammiratore di Hitler e delle Waffen SS, convinto negazionista. 
Leggo sull'Unità di ieri:Grecia/ Azione del governo per dichiarare fuorilegge Alba DorataRoma, 21 set. (TMNews) - Il governo di Atene ha avviato la procedura per dichiarare fuorilegge il partito Alba Dorata, dopo l'omicidio di un artista commesso tre giorni fa da uno dei membri del partito neonazista. Stando a quanto riporta oggi il Wall Street Journal, giovedì scorso il governo ha presentato alla procura la documentazione in cui si attesta che Alba Dorata ha agito come un'organizzazione criminale organizzata, rappresentando così una minaccia all'ordine pubblico.
http://www.unita.it/notizie-flash/grecia-azione-del-governo-per-dichiarare-fuorilegge-alba-dorata-1.522644
Non c'è da rallegrarsi tanto per la sensibilità democratica dei governanti greci, fino all'altro giorno i partiti di governo auspicavano una collaborazione con il partito di Alba Dorata dopo le elezioni. Per quanto riguarda le questioni di fondo il loro linguaggio è quasi lo stesso, cambiano solo i toni e le sfumature. Fino ad oggi hanno sempre coperto e tollerato in un modo o nell'altro le marachelle dei “cattivi ragazzi” di ultradestra. Le forze dell'ordine poi sono sempre state conniventi con questo movimento politico, spesso chiudendo tutti e due gli occhi di fronte alle aggressioni e le vessazioni dei militanti di Alba Dorata.

Per il partito di Nea Dimocratia, che aspira a formare un governo senza i socialisti e la Sinistra moderata, l'esistenza di un partito molto forte alla sua destra che ruba consensi e non è “prevedibile” costituisce un enorme problema che va affrontato. Una strategia da seguire è quella dell'antifascismo di facciata per mettere nell'angolo i neonazisti sperando di recuperare consensi a loro spese. Ma sarà una gara dura, l'uovo di serpente si è schiuso, il movimento coccolato per tutti questi anni mira a diventare partito di governo con le buone o con le cattive. Già da tempo si finanzia attraverso il “pizzo” (la protezione che riscuote dai negozianti extracomunitari) ora anche con l'aiuto in moneta sonante degli armatori greci (1), che costituiscono la punta di diamante del capitalismo greco (secondo Wikipedia la flotta mercantile greca è la più grande del mondo) (2) apre nuove sedi in Grecia ma anche all'estero, con l'intento di esportare la sua malvagia ideologia anche nei Paesi - soprattutto anglosassoni - dove sono presenti forti comunità greche.


Grecia, rapper antifascista ucciso da Alba Dorata

Pavlos Fyssas, rapper antifascista di 34 anni noto col nome di Killah P, è stato accoltellato a morte questa notte dai fascisti di Alba Dorata.
Il tutto è avvenuto nel sobborgo di Keratsini, a ovest di Atene, dove Killah P stava passeggiando assieme alla fidanzata e altre due persone; intorno alla mezzanotte un gruppo di una ventina di neofascisti ha cominciato ad urlare insulti nei loro confronti e poco dopo si è messo a rincorrerli fino a corso Lampraki, dove da una seconda strada è spuntato un altro gruppo di appartenenti ad Alba Dorata che ha circondato il rapper.
E’ stato a quel punto che una macchina ha inchiodato nei pressi del gruppo che stava aggredendo Killah P, il guidatore è sceso e ha accoltellato il rapper antifascista prima al cuore e poi all’addome.
L’intera scena si è svolta sotto lo sguardo di una moto della polizia che solo ad aggressione compiuta e con la maggior parte del gruppo di fascisti ormai dileguatosi si è avvicinata e ha arrestato l’assassino del rapper: si tratta di un uomo di 45 anni appartenente ad Alba Dorata.
Killah P è stato portato via in ambulanza ma è morto poco dopo l’arrivo in ospedale per le gravi ferite riportate.
Stando ai primi racconti che circolano sul web da stanotte, le modalità con cui l’omicidio è avvenuto non lasciano molto spazio a dubbi rispetto al fatto che si sia trattato di una vera e propria aggressione programmata, svoltasi ancora una volta con la connivenza e la complicità della polizia greca che fin dal primo nascere della formazione neofascista di Alba Dorata ha sempre dimostrato ampie collusioni ed appoggio al gruppo e che questa notte ha lasciato che la violenza neonazista potesse compiersi indisturbata.
Tanto i media greci quanto quelli nostrani, inoltre, in parte hanno optato per il silenzio totale sulla notizia e in parte in queste ore stanno diffondendo resoconti dell’aggressione ampiamente falsati, riportando di una discussione calcistica degenerata in rissa all’esterno di un bar.
Dopo le innumerevoli aggressioni per mano di Alba Dorata a danno di migranti, antifascisti e militanti della sinistra che hanno costellato gli ultimi mesi (l’ultima risale solo a pochi giorni fa, quando 8 militanti del partito comunista KKE sono stati aggrediti non lontano dal luogo dell’omicidio di stanotte), il gruppo neonazista ha optato stanotte per una vera e propria trappola omicida da indirizzare contro chi, come KIllah P, ha sempre professato l’antifascismo nei testi delle proprie canzoni. E’ evidente che il tentativo di alzare la testa e le aggressioni compiute indisturbate da parte dei militanti di Alba Dorata si stanno compiendo grazie all’appoggio più o meno esplicito di polizia, parte dei media e dell’arco parlamentare, in un momento in cui il governo si trova a fronteggiare nuove e grosse difficoltà alle prese con nuove ondate di scioperi e proteste in tutta la Grecia.
Nel frattempo ad Atene e nel resto del paese sta montando la rabbia per la notizia dell’uccisione di Killah P e per questo pomeriggio è stata lanciata una manifestazione antifascista che partirà dal luogo dell’omicidio alle 18, mentre si preparano cortei anche a Thessaloniki, nei campus universitari e in diverse altre città greche.

Dall'ingresso in parlamento nel giugno 2012, il partito xenofobo non ha smesso di attaccare politici di sinistra, immograti e omossessuali, ma, godendo di uno stato di quasi impunità, ha anche consolidato la sua popolarità, toccando il 13% dei consensi, contro il 7% del 2012. L'indagine della polizia ha fatto emergere un legame diretto tra il partito e l'omicidio del rapper 34enne Pavlos Fyssas. Fyssas sarebbe stato aggredito di 40 persone, tra cui il 45enne che ha confessato di averlo ucciso; la polizia è giunta alla conclusione di un'aggressione premeditata dopo aver esaminato i tabulati telefonici della vittima, da cui sono emerse telefonate e messaggi in cui si invitata il rapper a recarsi sul posto dove poi è stato ucciso. Tra le telefonate è emersa anche quella del leader della sezione locale di Alba Dorata.
IlSole24ore 21 sett 2013

ll vero volto di Alba dorata
All'indomani dei funerali di Pavlos Fyssas, il rapper assassinato nella notte tra il 17 e il 18 settembre da un militante di Alba Dorata, To Ethnos pubblica alcune rivelazioni sulle "truppe d'assalto" del partito neonazista, usando un'espressione che riecheggia le SA di Adolf Hitler.
In una lunga intervista, un ex esponente di Alba Dorata, la terza forza politica del paese entrata in parlamento nel giugno del 2012,racconta al quotidiano che "per entrare nel partito bisogna dimostrare di essere capaci di atti violenti e che non si ha paura di colpire". I militanti che hanno lasciato il partito o sono stati espulsi sono oggetto di una "vessazione telematica", in particolare sui social network. L'ex militante spiega inoltre che Alba Dorata chiede ai suoi affiliati di fornire "protezione" ai commercianti, in particolare contro la mafia albanese, e che stranamente i vestiti raccolti i "per i greci" nelle collette organizzate dal partito finiscono spesso sui banconi dei negozi dei pachistani.
Secondo Kathimerini "il governo ha aperto il dossier Alba Dorata": i ministri e le forze dell'ordine sono in stato d'allerta. Un disegno di legge per condannare i partiti come Alba Dorata in quanto "gruppi terroristi" sarà pronto al più presto. Ieri sera il ministro dell'ordine pubblico ha trasmesso al procuratore generale un documento contenente 30 nomi dei militanti più pericolosi di Alba Dorata.


Anche la stampa di sinistra ha dato un taglio “calcistico” alla vicenda, infatti il fatto quotidiano all'indomani dell'uccisione parla di “lite per una partita”:

Grecia, giovane ucciso da militante Alba Dorata. Proteste in tutto il Paese

Una lite per una partita di calcio si trasforma in una rissa per motivi politici: un 45enne iscritto al partito neonazista se ne va e torna con una quindicina di persone. La vittima (un rapper militante di sinistra) è stata accoltellata al cuore e alle costole. Il presidente Papoulias: "Sdegno"




(1) http://www.ant1iwo.com/ellada/2013/09/21/guardian-ellhnes-efoplistes-xrhmatodotoy/
(2) http://en.wikipedia.org/wiki/Greece#Maritime_industry 

sabato 20 luglio 2013

Due infelici donne kazake



Non avrei molto da aggiungere a quanto è stato scritto sui giornali a proposito del caso "Shalabayeva", in questi giorni ci siamo fatti una cultura a proposito delle peripezie della famiglia kazaka e del lontano e sconosciuto paese dal quale provengono.
Riassumo i fatti in due parole: la notte del 28 maggio 2013 Alma Shalabayeva, moglie dell’imprenditore e dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, è stata arrestata da agenti della questura di Roma, insieme alla figlia di sei anni, mentre si trovava in una villa a Casal Palocco, alla periferia di Roma. Le forze dell’ordine, che agivano su richiesta delle autorità del Kazakistan, cercavano suo marito che non era in casa, così Shalabayeva è stata arrestata con l’accusa di possedere un passaporto falso.
Il 31 maggio la donna e la bambina sono state imbarcate su un aereo diretto in Kazakistan, dove ora sono agli arresti domiciliari.
Il 5 luglio una sentenza del tribunale di Roma ha condannato l’operato della questura di Roma, dichiarando che il passaporto della Repubblica Centroafricana di Alma Shalabayeva è valido. Così è nato il caso politico.
Cercando di essere ancora più sintetici si potrebbe riassumere in questo modo: due persone inermi, che non hanno violato la legge in Italia, sono state consegnate alle autorità di un paese che non è certo un modello di democrazia, governato da un despota che guarda caso è un nemico giurato del marito dell'una che è e padre dell'altra.
Poi, sempre per puro caso, questo despota è amico stretto del più importante e influente politico italiano. Chi pensa male è prevenuto.
Quello che mi ha impressionato è che i vari ministri coinvolti nel caso, Alfano, la Bonino, la Cancellieri, senza aver fatto prima una verifica, sin dal primo momento si sono affrettati a rassicurare i giornalisti sulla correttezza dell'operazione: tutto in regola e secondo la legge, tutte le procedure sono state seguite alla perfezione.
Invece la faccenda presenta palesi contraddizioni che saltano all'occhio al primo esame: Il 30 maggio il prefetto di Roma ha firmato il decreto di espulsione della donna kazaka e di sua figlia adducendo dei fantomatici “precedenti penali” di cui non c’è traccia da nessuna parte.
Poi l’aereo che ha rimpatriato le due donne in Kazakistan è stato noleggiato in Austria dall’ambasciata kazaka prima che il giudice di Pace decretasse l’espulsione, come se i diplomatici fossero già al corrente dell’esito del procedimento.
Poi la cosa più sconvolgente è che nell'informativa letta dal ministro degli Interni in senato l'altro ieri si parla del «rimpatrio delle due donne kazake», omettendo, all'interno di questa formula burocratica, una verità scomoda: che una delle due «donne kazake» è in realtà una bambina di sei anni e che, dunque, per la Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia sottoscritta dall'Italia nel 1989 non era possibile in nessun caso espellerla.
(vedi il bellissimo articolo di Raffaele K. Salinari "Quer pasticciaccio di Casal Palocco" su il manifesto del 18 luglio 2013)

per approfondire:










Nursultan Nazarbaev, Mukhtar Ablyazov

domenica 23 giugno 2013

JPMorgan e democrazia: un rapporto conflittuale


Il 28 maggio scorso il colosso finanziario statunitense JP Morgan ha emesso un rapporto dove viene preso in esame il processo di aggiustamento degli squilibri macro-economici dei paesi del sud. Senza tanti giri di parole, come causa per l'inefficacia delle politiche di ripresa e di integrazione economica vengono denunciati la ... troppa democrazia, le tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, il diritto di protestare, ecc.
La ricetta per uscire dalla crisi passa ovviamente attraverso l'adozione di "necessarie" riforme politiche ed economiche -ultraliberiste- il rafforzamento dell'esecutivo, la modifica delle Costituzioni impregnate di spirito socialista, abbattere delle stato sociale, più flessibilità, meno garanzie, la solita nenia che cantano all'unisono i conservatori e i finti progressisti da decenni ormai.
Il 5 giugno (probabilmente dopo ave letto questo rapporto) i deputati Pd Vinicio Peluffo, Andrea Martella, Dario Nardella, Roberto Giachetti e Antonio Misiani, hanno presentato una proposta di legge per la trasformazione del sistema politico istituzionale, dalla forma di governo parlamentare a quella di governo presidenziale. In mancanza di idee migliori meglio non ci rimane altro che consegnare il nostro futuro nelle mani di un caudillo, di un nuovo maresciallo Petain-
Per chi non sapesse di che si occupa la JPMorgan, cito da Wikipedia: la JPMorgan Chase & Co. è una società finanziaria con sede a New York, ed è leader nei servizi finanziari globali.
Nel 2012 la procura di New York denuncia per frode Bear Sterns e Emc Mortgage, del gruppo JP Morgan, per la truffa dei mutui subprime. Le perdite della Bear Sterns ammontano a 22,5 miliardi di dollari, hanno provocato la disoccupazione di 7 milioni di persone negli Stati Uniti d'America e la crisi che da un anno imperversa in tutti i paesi d'Europa.
Per approfondire:


21 giugno 2013
JP Morgan ha emesso un documento, nel quale viene presentata un’analisi del processo di aggiustamento degli squilibri macro-economici dei paesi del sud. Ma il documento non si limita a parlare di inflazione o di partite correnti. Entra nel merito dei “difetti” dei paesi del sud. A proposito dei limiti tipici di questi paesi, si dice:
Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica: debito pubblico troppo alto, problemi legati ai mutui e alle banche, tassi di cambio reali non convergenti, e varie rigidità strutturali. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea. Quando i politici tedeschi parlano di processi di riforma decennali, probabilmente hanno in mente sia riforme di tipo economico sia di tipo politico.
è singolare che si tracci questo parallelo tra ciò che è scaturito dalla lotta antifascista e ciò che non ci permette di integrarci adeguatamente nel sistema dell’euro. Il problema è chiaramente individuato nelle costituzioni. Per fortuna i politici tedeschi lo sanno. Ma andiamo avanti.
I sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo.
Ecco arrivati al dunque: il complotto dei rossi. Aveva ragione Berlusconi, la nostra Costituzione è sovietica. Il fatto è che anche quella portoghese lo è. E non solo: in effetti tutti i popoli mediterranei sono dovuti uscire dal giogo di dittature fasciste o para-fasciste (negli anni ’70, sopratutto). Perciò hanno approntato delle leggi fondamentali che si distanziassero il più possibile dalla precedente esperienza. E ciò ne fa delle costituzioni inadatte all’eurozona.
I sistemi politici e costituzionali del sud presentano tipicamente le seguenti caratteristiche:esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite  modifiche dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia).
Chiaramente, ci vogliono esecutivi più forti. Abbiamo già chiarito a cosa servano.I paesi del sud presentano dei sistemi politici improntati ad un odioso partecipazionismo, e non accolgono il sano principio che ci vogliono governi forti per attuare riforme coraggiose. Tipo quelle miranti a limitare i diritti dei lavoratori.
Come al solito, nulla è nascosto, nulla è celato, tutto è mainstream. L’aristocrazia finanziaria internazionale ci dice chiaramente che se vogliamo tenerci l’euro dobbiamo rinunciare alla Costituzione. Eduardo Galeano riporta nel suo libro “Specchi” di un graffito su un muro argentino, “ci pisciano in testa e ci dicono che piove“. Non è più vero. Ci pisciano in testa e ci dicono che ci pisciano in testa.
Di: Claudio Martini
Da: il-main-stream.blogspot.it


JP Morgan “Troppa democrazia. E la crisi resta”

Scritto da LUCA PISAPIA, IL FATTO QUOTIDIANO | 22 giugno 2013
Il più grande ostacolo alle diffusione delle politiche liberiste di austerity nell’Europa meridionale sono le Carte costituzionali, nate dalla resistenza e dall’antifascismo, che impediscono le necessarie riforme strutturali perché tutelano troppo i lavoratori, dando loro addirittura “licenza di protestare”.
Per questo bisogna sbarazzarsene al più presto. Lo scrive in un rapporto datato 28 maggio 2013 il colosso finanziario statunitense Jp Morgan: una di quelle società formalmente denunciate nel 2012 dal governo federale americano come responsabile della crisi dei subprime del 2008. Dal suo ufficio londinese Malcolm Barr, uno dei principali estensori del documento di JP Morgan, preferisce non rilasciare dichiarazioni, ma conferma tutto quanto è scritto a pagina 12 e 13 del documento. Si comincia con l’analisi delle difficoltà d’integrazione degli Stati meridionali dell’Eurozona: “Quando la crisi è iniziata era diffusa l'idea che questi limiti intrinseci (all’attuazione delle politiche di austerity, ndr) avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei Paesi del sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell'area europea”. Poi, detto che le politiche neoliberiste non riescono ad avere mano libera per ostacoli di natura politica, gli autori cercano la radice di questi problemi, e la individuano nelle Costituzioni antifasciste, impregnate di socialismo: “I sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell'esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo”. Infine, ecco centrato l’obiettivo: “I sistemi politici e costituzionali del sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei Parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; (…) la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo (…) Vi è una crescente consapevolezza della portata di questo problema, sia nel centro che nella periferia dell'Europa”.
Il documento di Jp Morgan ha ovviamente sollevato molte polemiche, secondo diversi analisti per la prima volta è stata infatti scritta nero su bianco la vera strategia con cui la finanza mondiale vuole imporsi nei paesi dell’Eurozona: la dismissione delle Costituzioni antifasciste, e delle tutele che le Carte costituzionali garantiscono in materia di lavoro.


giovedì 13 giugno 2013

UNA LEZIONE DI DEMOCRAZIA: MULTE ALLE TV TURCHE CHE TRASMETTONO LE PROTESTE

“ … Il Consiglio Supremo della Radio e della Tv (Rtuk) turco, organismo di controllo nominato dal governo Erdogan, ha multato le piccole tv che hanno trasmesso in diretta le manifestazioni di protesta. Lo riferisce Hurriyet online.
Rtuk motiva così la sanzione: ”Hanno danneggiato lo sviluppo fisico,morale e mentale di bimbi e giovani”.
Fra le emittenti multate c’è anche Halk Tv, una piccola tv privata vicina all’opposizione che ha avuto un enorme aumento di popolarità nelle ultime settimane per essere stata la sola a coprire in diretta continua le manifestazioni.
Gli oppositori hanno denunciato il silenzio sulla protesta, su pressione del governo, delle grandi Tv di informazione, che hanno trasmesso fra l’altro due settimane fa soap o documentari sui pinguini durante i primi duri scontri di Taksim”.

Una lezione di pluralismo, non c'è che dire, ma tutto sommato non è stata una brutta idea, devono aver pensato i nostri governanti, se il governo della vicina Grecia può permettersi di chiudere 3 canali tv e 28 radio da un giorno all'altro, una multa per aver trasmesso cose sgradevoli al governo può sembrare una cosa da niente.

Lo dichiara il ministro degli Esteri Emma Bonino, riferendo alla Camera sulla situazione in Turchia. “Un esame di maturità per il governo turco ... Ma dobbiamo evitare l’errore di guardare alla Turchia con l’ottica ingannata da modelli illusori. Si è sentito parlare di ‘primavera turca – ha sottolineato il ministro -, ma non è così. I turchi non sono arabi, e queste manifestazioni ricordano maggiormente quelle che abbiamo visto nelle nostre capitali, come occupy wall street. In Turchia – ha detto ancora Bonino - c’è un malessere diffuso causato anche dalle aggressioni subite dalla stampa ma anche dal mondo femminile. Un malessere acuto dovuto anche ad alcune scelte del governo e alle privazioni di alcune libertà personali... La Turchia è chiamata a decidere se vuole diventare una democrazia matura. Occorre continuare a incoraggiare l’adesione di principi di pluralismo. Vogliamo una Turchia – ha concluso - pienamente democratica in Europa. Per raggiungere questo obiettivo occorrono leadership lungimiranti da una parte e dell’altra. 

Ma se la Bonino è ambigua e non prende una posizione di chiara condanna, i nostri amici del PD sono ancora più comprensivi. Infatti leggo che...

Il futuro e il presente della Turchia ci interessa perché da lì parte e passa anche il futuro della costruzione europea. Abbiamo a cuore il futuro della Turchia perché abbiamo a cuore come noi costruiamo uno nuovo spazio di valori e cooperazione per costruire la pace e la democrazia”. Lo ha detto Vincenzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri durante il dibattito sull’informativa del ministro degli Esteri, Emma Bonino, sui recenti scontri in Turchia.
Siamo preoccupati - ha proseguito Amendola - per gli eventi che si stanno susseguendo dalla sera del 31 maggio; possiamo riflettere su di noi, su la costruzione dell’identità europea e sulla mancanza di coerenza tra valori europei e prassi quotidiana. Davanti a fatti drammatici come quelli che stanno accadendo in Turchia in questi giorni non sono ammissibili assoluzioni ma neanche affermazioni come ‘la pazienza ha un limite’. Piazza Taksim non è piazza Tahrir perché la Turchia ha avviato un cammino democratico da decenni. La nostra forza di europei che vogliono la Turchia dentro uno spazio comune di valori (sono curioso di capire qual'è secondo Amendola lo spazio comune di valori tra Erdogan e il Partito Democratico), democrazia e cooperazione fa sì che noi possiamo giocare un ruolo importante in queste ore, come il ministro Bonino sta facendo con parole chiare e di grande amicizia”.

Quindi la Turchia ha avviato un cammino democratico da decenni. Oppure dobbiamo dire così per non creare incidenti diplomatici. Oppure tutto sommato un modello di repubblica autoritaria, violenta, oscurantista, neoliberista ci sta anche bene, anzi bisognerebbe importarlo anche da noi in Italia.


venerdì 31 maggio 2013

Panico all'aeroporto di Atene: parte un colpo dalla pistola di un parlamentare di Alba Dorata



Atene, 29 maggio. Dalla pistola del parlamentare greco del partito di estrema destra Alba Dorata Antonis Gregos è partito un colpo, mentre la stava consegnando alle autorità prima di imbarcarsi per Salonicco. Secondo la versione fornita da Gregos, quando è partito il colpo la pistola era nelle mani di un funzionario della compagnia aerea Aegean, mentre un portavoce della compagnia aerea sostiene che il colpo è partito mentre la pistola era ancora nelle mani del parlamentare. Fortunatamente non ci sono state vittime, la pallottola si è conficata nel pavimento senza altre conseguenze.
Il regolamento della compagnia aerea non permette ai passeggeri di imbarcarsi armati, essi devono consegnare l'arma al personale preposto, l'arma viene custodita in una busta sigillata dal pilota e restituita al proprietario una volta arrivati a destinazione.
Non è la prima che attivisti o parlamentari di Alba Dorata creano problemi con la loro mania di andare in giro armati.
All'inizio di questo mese il parlamentare di Alba Dorata Panayiotis Iliopoulos ha tentato di entrare in parlamento armato, e venne fermato da una guardia.
Il 2 di maggio una persona con la pistola in tasca e bene in vista ha cercato di picchiare il sindaco di Atene Yiorgos Kaminis ma è stata fermata dalle sue guardie del corpo. Si trattava dell'attivista di Alba Dorata Giorgos Germenis che è stato denunciato per aggressione a mano armata.
Un altro parlamentare di Alba Dorata, Ilias Panayotaros, è stato intervistato da una troupe televisiva australiana mentre partecipava ad una iniziativa del suo partito – donazione di sangue puro greco in una Smart, sì avete capito bene! - mentre gli fuoriusciva la pistola dalla tasca.

Fonte:



domenica 21 aprile 2013

Meschinità e autolesionismo


Leggo sul fatto quotidiano di oggi:
"Vincenzo Cerami, già ministro ombra del Pd al Fatto: (il PD) è il partito più reazionario, senza un sistema di valori, pieno di ex-qualcosa e parolai ". Difficile dargli torto. (Vincenzo Cerami è più conosciuto come scrittore e sceneggiatore, tra le altre cose ha scritto la sceneggiatura di tanti film di Roberto Benigni).
L'elezione di Napolitano bis è stata una sonora sconfitta per il centrosinistra.
Adesso preparano il governo di larghe intese presieduto da Giuliano Amato oppure da Enrico Letta (perché non da Gianni Letta?), che garantirà immunità al Caimano e sacrifici a tutti gli italiani. Come dice oggi un lettore del blog di Gad Lerner "... un PD inqualificabile che per fortuna è venuto allo scoperto, si è mostrato per quel che è: una costola di Berlusconi".

domenica 31 marzo 2013

Le due commissioni "programmatiche" del presidente Napolitano




Come diceva Craxi: quando quando un problema non ha soluzioni, si nomina una bella commissione. Nel nostro caso il presidente Napolitano ne ha nominato due di commissioni di saggi, senza chiarire esattamente di che cosa si dovranno occupare e come potranno risolvere i problemi che devono affrontare: dovranno "... cercare di individuare le convergenze di programma ... indicare la strada per far uscire il Paese da questa difficile situazione".
Troppo vago. Intanto vedo che i dieci "saggi" sono tutti uomini, vecchi tromboni della politica, tutti più o meno conservatori. Come dice Travaglio sul Fatto quotidiano di oggi, le commissioni non sono altro che una stanza degli orrori che servirà per rimettere in pista il caimano, altro che risolvere i problemi del Paese... 

domenica 3 marzo 2013


La falsa laurea attribuita a Guido Crosetto
02/03/2013 - Cose che capitano a Guido Crosetto


Sul sito della Camera dei deputati c’è scritto che è laureato in economia e commercio. Solo che non
è vero, e Guido Crosetto non sa spiegarsi come sia finito lì il titolo di studio. Ne parla il Fatto Quotidiano di ieri:
. “Chiariamo bene – dice Crosetto –: non ho mai scritto da nessuna parte di essere laureato. La
confusione nasce dal fatto che ho frequentato l’università senza finirla”. Però il sito della Camera
dei deputati indica (dal 2008) una laurea in Economia e commercio a fianco del nome Crosetto.
“Davvero? Non me ne sono mai accorto” garantisce l’impren – ditore. E le interviste dove diceva di
essersi laureato a 24 anni? “Sono anche stato membro del consiglio d’amministrazione a Torino, molti
si sbagliano. Comunque la polemica è nata per dire che io non sarei in grado di fare da consulente a
Cota sul bilancio. Ho già risposto a Roberto che lo aiuterò molto volentieri, senza alcun compenso o
ruolo da assessore. Gli incarichi istituzionali si conquistano col voto, non come paracadute
politico. Tornerò al mio lavoro e coordinerò i Fratelli d’Italia”. Senza laurea.

da: http://www.giornalettismo.com/archives/806045/la-falsa-laurea-di-guido-crosetto/


Ma avrà almeno fatto  il militare?

venerdì 22 febbraio 2013

SENZA PAROLE


“Sei la solita meridionale che merita di restare a casa a lavare le mutande, per noi meglio che vi unite all’Africa, non ne possiamo più. Noi non siamo connazionali: tu sei Italiana e io Padano.

Questo é quanto ha scritto su Twitter Roberto Fiorentini, “direttore di Radio Padania e responsabile dell’ufficio stampa Regione Lombardia”, rispondendo ad una “giornalista meridionale” di nome Barbara Panetta, la quale era intervenuta virtualmente, durante la diretta con Radio Padania.

da: le notizie del giorno 22 feb 2013
https://www.facebook.com/pages/Le-notizie-del-giorno/197688973652099?ref=stream

mercoledì 6 febbraio 2013

Cosa si nasconde dietro la "restituzione" dell'Imu




La bufala della restituzione dell'Imu ideata dall'oligarca di Arcore ha monopolizzato l'attenzione dei media, mettendo in disparte il resto delle misure che intende adottare in campo fiscale. Ma vale la pena di dare un'occhiata e approfondire: tra le altre cose che ha annunciato intende “... introdurre dal 2015 due sole aliquote Irpef del 23% e del 33%, sopra e sotto la soglia dei 40 mila euro di reddito annuo”.
Detto così non dice granchè, anzi, in passato (perché questa non è una proposta nuova è uno dei chiodi fissi del cavaliere di bassa statura) si era detto che in questo modo si sarebbero liberate delle risorse da riversate sul mercato. Nulla di più falso. Tassare di meno i ricchi è stato il cavallo di battaglia ideologica del reaganismo, che non ha portato alcun risultato positivo all'economia statunitense. Adesso a distanza di 30 anni vogliamo seguire un esempio logoro ed iniquo.
C'è da dire che la Costituzione Italiana (che B. vorrebbe abolire), nell' art. 53, co. 2, prevede un sistema tributario secondo il principio della progressività, in cui le aliquote aumentano con l’aumentare del reddito in maniera progressiva.
Le aliquote Irpef attualmente in vigore sono 5:
per un reddito fino a 15,000 euro si applica il 23%,
da 15.000 fino a 28.000 il 27%,
da 28.000 fino a 55.000 il 38%,
da 55.000 fino a 75.000 il 41%,
oltre 75.000 il 43%,
In pratica con la proposta di B. tutti pagheranno meno tasse tranne i poveri. Anzi, viene il dubbio che uno dei moventi di questa proposta “radicale” sia la voglia inconfessabile di pagare meno tasse per lui, per le sue aziende e per i suoi amici e parenti.