venerdì 5 novembre 2010
La cimice di Berlusconi
Il presunto attentato al direttore di Libero Belpietro mi ha fatto venire in mente un'altra storia divertente accaduta parecchi anni fa che ha avuto per protagonista l'attuale capo del Governo. Anche allora si gridò allo scandalo ma la cosa fu dimenticata in pochi mesi perché si trattava di una farsa, confezionata e presentata male.
Dunque le cose sono andate così: l' 11 ottobre del 1996 l'allora capo dell'opposizione Silvio Berlusconi convocò i giornalisti per mostrare una microspia che aveva trovato nel suo studio dietro il termosifone. Ovviamente la colpa era delle procure eversive di sinistra che volevano calpestare l'immunità parlamentare.
La “microspia” esibita aveva dimensioni eccessive per essere considerata “micro” e la descrizione del ritrovamento dava l'idea di una buffonata, ma il mondo politico ha dato credito alla versione del sig. B. Il presidente L.Violante convocò la Camera in seduta straordinaria, Fini disse che in Italia c'era qualcuno che in Italia attentava alle libertà fondamentali del cittadini, Massimo D' Alema parlò di un fatto molto grave, che si inseriva in un clima di sospetti, manovre, intrighi e veleni che rischiavano di rendere torbida la situazione del nostro Paese. Molti politici sia di destra che di sinistra invocarono immediate riforme delle intercettazioni (vecchia la storia!) Solo Bobo Maroni disse: "Più che una cimice a me pare una mozzarella, anzi una bufala". Mesi dopo si scoprì che il microfono era stato messo lì da un tecnico incaricato dagli uomini del Cavaliere di bonificare i locali.
BERLUSCONI, NIENTE SPIONAGGIO LA CIMICE ERA SOLO UNA TRUFFA
Repubblica — 16 luglio 1997 pagina 13
ROMA - Nessuno spionaggio politico. Niente attentato alla democrazia o violazione della privacy. E' stata una truffa. Dopo nove mesi di indagini è stato chiarito il mistero della microspia trovata a ottobre dell' anno scorso nello studio romano di Silvio Berlusconi. I magistrati pensano che l' abbia messa la stessa persona che l' aveva ritrovata: Paolo Izzi, titolare e direttore tecnico della "Sirti service", una società esperta in telefonia, che bonificò gli uffici del leader di Forza Italia in via del Plebiscito. Era il suo primo incarico di quel tipo. Il procuratore aggiunto Vittorio De Cesare e il sostituto Pietro Saviotti hanno sollecitato l' ufficio del gip ad archiviare il caso per quanto riguarda l' ipotesi di spionaggio politico, interferenza illecita nella vita privata e violazione di domicilio.
Silvio Berlusconi, microspia, Sirti service, Paolo Izzi, spionaggio, Massimo D'Alema, Luciano Violante, Bobo Maroni
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento