TREVISO (18 novembre) - «Gli sciacalli vanno fucilati. Bisogna dare alle forze dell'ordine l'autorità di provvedere all'esecuzione sul posto. Ci vuole la legge marziale». Così ha dichiarato il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, nella sua intervista alla tv locale Antennatre a proposito del dramma del Veneto alluvionato. «In questi casi sono per la pena di morte» ha voluto insistere il presidente della Lega commentando il fermo di tre serbi trovati con la refurtiva razziata nelle case alluvionate del padovano.
(fonte: http://www.corriereadriatico.it/articolo.php?id=127247)
«Se si invoca la legge marziale per chi commette un furto – dice Simonetta Rubinato, deputato del Pd - allora bisognerebbe ‘fucilare’ anche quei politici che vengono arrestati per aver compiuto delle ruberie a danni dei cittadini, un malcostume che fatti recenti dimostrano essere ancora presente anche in qualche amministratore veneto»
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2010/18-novembre-2010/muraro-sciacalli-maltempo-sono-fucilare-posto-1804197459968.shtml
Il bello è che leggendo i commenti dei lettori del “Corriere del Veneto” vedo che a grande maggioranza giustificano il politico leghista, con varie sfumature che vanno dalla difesa d'ufficio all'indottrinamento nazista, comunque il problema viene considerato come se fosse una conseguenza dell'immigrazione, non come una calamità naturale per la quale magari si devono cercare le cause e le negligenze.
Immigrazione, Veneto, Treviso, Leonardo Muraro, Corriere del Veneto, Corriere Adriatico Simonetta Rubinato
martedì 23 novembre 2010
domenica 21 novembre 2010
giovedì 11 novembre 2010
le elezioni amministrative in Grecia
Sono rimasto deluso leggendo l'articolo di Giampiero Gramaglia sulle elezioni amministrative in Grecia apparso su il Fatto Quotidiano l'altro ieri. Non mi aspettavo un tono così didascalico (con espressioni del tipo: ‘...Brava, Grecia. Avanti cosi’, ma non ne sei ancora fuori)!!!, una difesa così appassionata dell'operato del governo socialista, un'analisi della realtà greca così scontata e conformista. Secondo l'autore “l’esito delle amministrative è interpretato... come un incoraggiamento all’esecutivo socialista perché vada avanti sulla via delle riforme”. Quali riforme? ma ovviamente le “riforme strutturali necessarie sotto la sorveglianza dell’Fmi e dell’Ue” auspicate da Claude Juncker presidente dell’Eurogruppo, le stesse riforme che porteranno il debito pubblico greco nei prossimi tre anni dal 112% al 150% del PIL. Ma queste sono notizie che possono forse allarmare il lettore italiano quindi non vengono menzionate.
L'analisi poi dei risultati delle amministrative è un esempio di parzialità e informazione incompleta: infatti viene riferito che “... Quel che è importante, nell’analisi dei risultati, è che l’arretramento socialista non va a vantaggio dell’opposizione di destra, che aveva chiesto un voto contro l’austerità...” ma allora a vantaggio di chi va questo arretramento? non ci viene spiegato. Nell'articolo vengono menzionate tre sole forze politiche, il centrodestra, i socialisti, e i neonazisti. In realtà esistono anche i partiti di sinistra radicale -contrari alla linea dei sacrifici-, come il PC greco, il Syriza, gli ecologisti e altre liste antagoniste che hanno ottenuto successi significativi in tutto il Paese. Alla regione dell'Attica che da sola conta più di 1/3 dell'elettorato greco queste liste hanno ottenuto il 33%, ad Atene il 31%, a Pireo il 25%, a Patrasso il 24%, a Volos il 26%, a Iraklion il 29%, a Salonicco il 19% (dati presi dal sito del ministero degli interni greco http://ekloges.ypes.gr/dn2010/public/index.html). Spero di aver contribuito a rendere più chiara la situazione politica in Grecia.
L'analisi poi dei risultati delle amministrative è un esempio di parzialità e informazione incompleta: infatti viene riferito che “... Quel che è importante, nell’analisi dei risultati, è che l’arretramento socialista non va a vantaggio dell’opposizione di destra, che aveva chiesto un voto contro l’austerità...” ma allora a vantaggio di chi va questo arretramento? non ci viene spiegato. Nell'articolo vengono menzionate tre sole forze politiche, il centrodestra, i socialisti, e i neonazisti. In realtà esistono anche i partiti di sinistra radicale -contrari alla linea dei sacrifici-, come il PC greco, il Syriza, gli ecologisti e altre liste antagoniste che hanno ottenuto successi significativi in tutto il Paese. Alla regione dell'Attica che da sola conta più di 1/3 dell'elettorato greco queste liste hanno ottenuto il 33%, ad Atene il 31%, a Pireo il 25%, a Patrasso il 24%, a Volos il 26%, a Iraklion il 29%, a Salonicco il 19% (dati presi dal sito del ministero degli interni greco http://ekloges.ypes.gr/dn2010/public/index.html). Spero di aver contribuito a rendere più chiara la situazione politica in Grecia.
domenica 7 novembre 2010
Come combattere la prostituzione: con la doppia morale
Roma, 5 nov - Il governo ha inserito nel decreto legge sulla sicurezza una norma sulla prostituzione. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato un nuovo pacchetto sicurezza firmato Roberto Maroni e Mara Carfagna (ministri dell’Interno e delle Pari opportunità), con tanto di introduzione del reato di prostituzione e foglio di via “per chi esercita la prostituzione legato alla violazione delle stesse ordinanze del sindaco”, ovvero per le prostitute straniere sulle strade. «Prevediamo – rileva Maroni illustrando il provvedimento – la possibilità di applicare le misure di prevenzione, per esempio il foglio di via, per chi, violando le ordinanze dei sindaci, esercita la prostituzione in strada». Nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annunciò che « ... avendo constatato che il reato di prostituzione per chi la esercita in luoghi pubblici da noi introdotto alcuni mesi fa non ha fatto progressi in Parlamento, abbiamo deciso di riprendere quella norma e di inserirla in questo provvedimento».
Forse avrò capito male. Silvio Berlusconi che annuncia un provvedimento contro la prostituzione, ma com'è possibile? Lo stesso Berlusconi del caso Ruby, del "bunga bunga", del caso Daddario, Noemi, e di tutte le altre, la stessa persona che il 27 maggio di quest'anno parlando delle misure anti-evasione della manovra del governo ad una cena con i parlamentari del Pdl puntualizzò: “Abbiamo deciso la soglia per i pagamenti in contanti a 5mila euro così possiamo pagare le mignotte”.
Ha fatto bene la finiana Angela Napoli a commentare così: “Non mi pare, visto quello che ci raccontano le cronache rispetto alle feste nelle case del premier, che sia proprio il momento più opportuno per un provvedimento del genere. Non credo che così risolveremo i problemi di sicurezza del Paese, anzi. Dal momento che il foglio di via vuol dire nuovo peso sulle spalle di forze dell’ordine che troppo spesso non hanno neppure i soldi per la benzina, mi sembra che vada nella direzione opposta. Poi, il messaggio che passa... Via dalle strade, ma va bene dentro le case dei potenti. È un po’ come la storia della mafia, adesso potranno dirsi: ‘che bravi combattiamo la prostituzione’ come si dicono di esser bravi a combattere la mafia”.
Ecco, appunto, via dalle strade, dentro le ville dei potenti. Per i ricchi non è peccato, né reato, anzi è motivo di vanto, per gli altri invece vale la battuta di Totò: "arrangiatevi!".
Silvio Berlusconi, prosituzione, Mara Carfagna, Roberto Maroni, Angela Napoli, Totò
Forse avrò capito male. Silvio Berlusconi che annuncia un provvedimento contro la prostituzione, ma com'è possibile? Lo stesso Berlusconi del caso Ruby, del "bunga bunga", del caso Daddario, Noemi, e di tutte le altre, la stessa persona che il 27 maggio di quest'anno parlando delle misure anti-evasione della manovra del governo ad una cena con i parlamentari del Pdl puntualizzò: “Abbiamo deciso la soglia per i pagamenti in contanti a 5mila euro così possiamo pagare le mignotte”.
Ha fatto bene la finiana Angela Napoli a commentare così: “Non mi pare, visto quello che ci raccontano le cronache rispetto alle feste nelle case del premier, che sia proprio il momento più opportuno per un provvedimento del genere. Non credo che così risolveremo i problemi di sicurezza del Paese, anzi. Dal momento che il foglio di via vuol dire nuovo peso sulle spalle di forze dell’ordine che troppo spesso non hanno neppure i soldi per la benzina, mi sembra che vada nella direzione opposta. Poi, il messaggio che passa... Via dalle strade, ma va bene dentro le case dei potenti. È un po’ come la storia della mafia, adesso potranno dirsi: ‘che bravi combattiamo la prostituzione’ come si dicono di esser bravi a combattere la mafia”.
Ecco, appunto, via dalle strade, dentro le ville dei potenti. Per i ricchi non è peccato, né reato, anzi è motivo di vanto, per gli altri invece vale la battuta di Totò: "arrangiatevi!".
Silvio Berlusconi, prosituzione, Mara Carfagna, Roberto Maroni, Angela Napoli, Totò
venerdì 5 novembre 2010
La cimice di Berlusconi
Il presunto attentato al direttore di Libero Belpietro mi ha fatto venire in mente un'altra storia divertente accaduta parecchi anni fa che ha avuto per protagonista l'attuale capo del Governo. Anche allora si gridò allo scandalo ma la cosa fu dimenticata in pochi mesi perché si trattava di una farsa, confezionata e presentata male.
Dunque le cose sono andate così: l' 11 ottobre del 1996 l'allora capo dell'opposizione Silvio Berlusconi convocò i giornalisti per mostrare una microspia che aveva trovato nel suo studio dietro il termosifone. Ovviamente la colpa era delle procure eversive di sinistra che volevano calpestare l'immunità parlamentare.
La “microspia” esibita aveva dimensioni eccessive per essere considerata “micro” e la descrizione del ritrovamento dava l'idea di una buffonata, ma il mondo politico ha dato credito alla versione del sig. B. Il presidente L.Violante convocò la Camera in seduta straordinaria, Fini disse che in Italia c'era qualcuno che in Italia attentava alle libertà fondamentali del cittadini, Massimo D' Alema parlò di un fatto molto grave, che si inseriva in un clima di sospetti, manovre, intrighi e veleni che rischiavano di rendere torbida la situazione del nostro Paese. Molti politici sia di destra che di sinistra invocarono immediate riforme delle intercettazioni (vecchia la storia!) Solo Bobo Maroni disse: "Più che una cimice a me pare una mozzarella, anzi una bufala". Mesi dopo si scoprì che il microfono era stato messo lì da un tecnico incaricato dagli uomini del Cavaliere di bonificare i locali.
BERLUSCONI, NIENTE SPIONAGGIO LA CIMICE ERA SOLO UNA TRUFFA
Repubblica — 16 luglio 1997 pagina 13
ROMA - Nessuno spionaggio politico. Niente attentato alla democrazia o violazione della privacy. E' stata una truffa. Dopo nove mesi di indagini è stato chiarito il mistero della microspia trovata a ottobre dell' anno scorso nello studio romano di Silvio Berlusconi. I magistrati pensano che l' abbia messa la stessa persona che l' aveva ritrovata: Paolo Izzi, titolare e direttore tecnico della "Sirti service", una società esperta in telefonia, che bonificò gli uffici del leader di Forza Italia in via del Plebiscito. Era il suo primo incarico di quel tipo. Il procuratore aggiunto Vittorio De Cesare e il sostituto Pietro Saviotti hanno sollecitato l' ufficio del gip ad archiviare il caso per quanto riguarda l' ipotesi di spionaggio politico, interferenza illecita nella vita privata e violazione di domicilio.
Silvio Berlusconi, microspia, Sirti service, Paolo Izzi, spionaggio, Massimo D'Alema, Luciano Violante, Bobo Maroni
L'attentato dimenticato
C'è qualcuno di voi che ha capito com'è andata a finire la storia dell'attentato a Belpietro? (Maurizio Belpietro, direttore di Libero)
Ormai è passato più di un mese, e dopo lo scalpore dei primi giorni, le improbabili ricostruzioni e le apparizioni del flemmatico direttore su tutti i canali della tv non si sente e non si legge più niente. Sono tentato di credere – visto come sono andate le cose - che si sia trattato di un tentativo di sviare l'attenzione dell'opinione pubblica da altre cose più importanti. Su internet ho fatto fatica a trovare qualche notizia o commento recente, l'unica cosa che ho trovato la ripropongo sotto, solleva questioni che meritano di essere prese in considerazione:
Che fine ha fatto l'attentato a Belpietro? I perche' di un depistaggio
di Gianni Cipriani
http://www.giannicipriani.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=1311&catid=86:politica
Visto che non ne parla più nessuno - e immagino il perché - voglio sollevare o, meglio, risollevare una questione: che fine ha fatto l'attentatore di Maurizio Belpietro? Che fine ha fatto il killer solitario armato dalle campagne d'odio della sinistra? Che fine ha fatto il piano strategico per mettere a tacere una voce libera e scomoda che tanto dà fastidio ai "comunisti"?
Scusate, ma dopo tutto il cancan mediatico, dopo fiumi di dichiarazioni sdegnate e dopo una trentina di (falsi) allarmi sul prossimo ritorno del terrorismo, credo che sia diritto di tutti sapere. Dov'è l'attentatore? Qual era l'attentato? Quel era il piano politico che c'era dietro?
Io mi rendo conto che l'opinione pubblica è molto ma molto impegnata ad interessarsi del caso di Avetrana e non può occuparsi di altro. Tuttavia dopo la mitragliata di sparate e rivelazioni sensazionalistiche, credo che abbiamo il diritto di sapere e di avere spiegazioni.
Il killer di Belpietro lo vogliamo vedere in faccia; i documenti strategici dei terroristi li vogliamo leggere. E' l'ora della chiarezza.
Ma quello che temo è un altro scenario: l'oblio. Dell'attentato a Belpietro non si parla più, archiviato perché è meglio così. Non c'è notizia, direbbero i giornaliasti perfettini. Quelli allineati e coperti.
E invece la notizia c'è: la notizia è che con l'attentato fantasma a Belpietro è stata inscenata una (mini) campagna politica nella quale i soliti noti sono corsi ad inzuppare il pane della demagogia, della propaganda grossolana, del vittimismo da sempre utilizzato dagli sfruttatori che hanno storicamente dato tutte le colpe agli schiavi. Del killer e dei "brigatisti" non si parla più, perché intanto il chiacchiericcio che è rimasto impigliato nelle orecchie delle "sore Cecioni", o casalinghe di Voghera, o spettatori di Rete 4 o del Tg1, Studio Aperto o Tg5 è sufficiente: basta un po' di propaganda per innaffiare i luoghi comuni. E chissene frega della verità. Domandate a qualcuno di loro dell'attentato a Belpietro: diranno che c'è stato davvero, che nel nostro paese ci sono pericolosi vendicatori che di notte si aggirano nei condomini.
E allora credo che, al pari dei sit-in sotto la Rai e al pari di tante sacrosante battaglie (come la solidarietà ai giornalisti non "famosi" minacciati dalle mafie che non hanno la scorta e che rischiano il loro posto di lavoro) una campagna civica sarebbe quella di chiedere verità e chiarezza sull'attentato a Belpietro. O chiedere, politicamente ed eticamente, conto di questa ondata disinformante che si è abbattuta sul popolo italiano. Conto di questo vero e proprio depistaggio civile, etico e morale.
Basta tirare il sasso e nascondere la mano. Che fine ha fatto il killer di Belpietro? Lo vogliamo sapere. E' un nostro diritto e un vostro dovere.
Altrimenti? Andatevi a nascondere
gianni.cipriani@globalist.it
Nota a margine: ripropongo alcune tra le centinaia di dichiarazioni di quei giorni. Come si vede, le risposte erano già pronte. Dubbi, nessuno. Ma analisi politiche che si basavano sul nulla.
"Solo io Feltri e Fede siamo sotto scorta"
"Quel che mi è accaduto lo collego certamente ad un clima di odio che c'è in questo Paese", ha detto Belpietro, "Basta navigare su qualche sito per rendersene conto. Se c'è qualcuno che si propone di farmi secco e si augura che qualcun altro lo faccia, il clima non è dei migliori. Non credo si possa parlare di uno squilibrato. Non era un ladro, un ladro non gira con una pistola in mano, ma al limite con un piede di porco".
"Sono preoccupato per questo clima che genera episodi come quello successo a Belpietro. Purtroppo non e' il primo e temo non sarà l'ultimo". Così il ministro dell'Interno Roberto Maroni manifesta la sua preoccupazione per la possibilità di altri attentati dopo l'agguato di cui è stato vittima due giorni fa il direttore di Libero Maurizio Belpietro.
Come è noto- aggiunge Cicchitto – gli apprendisti stregoni che stanno in campo si fanno anche concorrenza sul piano di chi fa affermazioni piu’ spericolate. L’esempio classico e’ stato il discorso di Di Pietro alla Camera contro Berlusconi. Purtroppo, guardando i giornali di oggi, vediamo che alcuni di loro hanno chiaramente e volutamente sottovalutato un episodio che, solo per caso e per merito della scorta di Belpietro, ha evitato possibili conseguenze drammatiche“.
Daniele Capezzone, portavoce Pdl, in una nota afferma: "Esprimo vicinanza e solidarietà a Maurizio Belpietro, ai suoi familiari, agli uomini della scorta, ai redattori di Libero. Spero che nessuno sottovaluti l’episodio di ieri, e che troppi seminatori di odio riflettano su un clima letteralmente avvelenato". "Solo nell’ultimo mese si contano: l’aggressione contro Marcello Dell’Utri, l’analoga azione squadristica contro Renato Schifani, il lancio del fumogeno che avrebbe potuto sfregiare il leader della Cisl Bonanni, e ora l’attacco armato contro Maurizio Belpietro. Che altro deve accadere?". Anche il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, parla di "vittima di un sempre più preoccupante clima di odio che grava sul Paese, che non può non sfociare prima o poi in atti di vera e propria violenza". "Che cosa deve ancora accadere in Italia - si chiede Bondi - affinché i maggiori esponenti della sinistra prendano le distanze da coloro che incitano continuamente alla demonizzazione degli avversari politici con parole irresponsabili e gravide di odio?".
Maurizio Belpietro, il Giornale, attentato, depistaggio
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