domenica 6 settembre 2015

ALTRO CHE SINISTRA RADICALE

Lettera che ho spedito al "manifesto" oggi:

Un giornale attento e critico come il “manifesto” non può continuare a riportare le notizie che riguardano la Grecia in modo così fazioso e parziale. Tradendo il risultato del referendum di 5 luglio che ha dato il 61% a chi avversava le misure di austerità, il governo greco ha firmato l'accordo con la troika sul terzo Memorandum. Con questo passo Tsipras e il suo partito si sono rivelati per quello che sono: meri esecutori delle politiche neoliberiste imposte dall'Unione europea. Altro che partito di sinistra radicale, Syriza adesso è un'orribile, aggressiva accozzaglia di arrivisti e opportunisti in cerca di una sedia e di sistemazione per partenti ed amici. Le differenze con Pasok e Nea Dimokratia sono irrilevanti, li unisce tutti la ferrea volontà di applicare le “riforme indispensabili”: privatizzazioni, abolizione della contrattazione collettiva, precarizzazione del mercato del lavoro, tagli a pensioni e a salari. Non sono cose che ho inventato io, basta avere un'attimo di pazienza - – attivare il traduttore istantaneo – e dare un'occhiata a un qualsiasi sito greco indipendente. Per facilitare il lavoro elenco alcuni sotto:

http://www.enikos.gr/
http://unfollow.com.gr/
http://www.thepressproject.gr/
http://www.imerodromos.gr/
http://teddygr.blogspot.it/
http://www.efsyn.gr/





mercoledì 11 marzo 2015

GLI ZINGARI SONO LA FECCIA DELLA SOCIETÀ: PAROLA DI ONOREVOLE

Questa l'affermazione di Gianluca Buonanno, eurodeputato della Lega Nord, durante un talkshow televisivo. Non mi piacciono le generalizzazioni, capisco che certi zingari non sono stinchi di santo, ma non si può condannare così un popolo, una etnia intera. Oggi si parla così degli zingari, settant'anni fa si diceva le stesse cose degli ebrei... Certo Buonanno non è nuovo a uscite del genere, leggo su Wikipedia che il 5 marzo del 2013 voleva "prendere a calci in culo i grillini", il 19 settembre del 2014, quando era ancora sindaco di Borgosesia ha dichiarato al programma radiofonico La Zanzara di voler schedare le coppie omossessuali e regalare loro una banana. Aggressivo, grossolano, disinformato, fanatico, con un passato – e un presente – fascistoide, ha tutti i requisiti per diventare leader o comunque un papavero grosso del suo partito.
Comunque non sono tutti gli zingari come li immagina il razzista padano: ci sono persone che si sono integrate, che hanno fatto carriera, che hanno avuto successo – e che successo!!! – nella vita artistica di quasi tutti i paesi occidentali: basta cercare su internet per farsi un'idea, e capire che è molto facile lasciarsi influenzare dai pregiudizi.

 Sì, sono tutti zingari!
Bob Hoskins - Charlie Chaplin – DjangoReinhardt - Robert Plant

Rickie Lee Jones - Yul Brynner - Michael Caine

giovedì 12 febbraio 2015

TSIPRAS ALLA GERMANIA: “I CREDITORI SIAMO NOI”

 “CI DOVETE 162 MILIARDI DI EURO”


di Salvatore Cannavò
il Fato Quotidiano 10 febbraio 2015



La richiesta di risarcimento per i danni di guerra, fatta da Alexis Tsipras alla Germania, può sembrare una battuta. Ma questa battuta è presente nel programma di Syriza fin dalla sua elaborazione a Salonicco nel settembre scorso. E vale circa 160 miliardi. Non è uno scherzo, insomma, se è vero che ieri il vice-cancelliere tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, ha voluto rispondere con nettezza alle pretese greche: non se ne parla nemmeno.
La storia è vecchia quanto la Seconda guerra mondiale. La Grecia fu invasa dalla Germania nazista, che oltre alle morti e ai saccheggi, si fece “prestare” 3,5 miliardi di dollari dell’epoca che non sono mai stati rimborsati. Alla Conferenza di Parigi del 1946 fu inoltre previsto un indennizzo nei confronti di Atene di 7 miliardi di dollari. Entrambe le somme non sono mai state pagate dai governi tedeschi. Attualizzando queste cifre si arriva alla cifra di 162 miliardi di euro indicata da Syriza. Senza contare gli interessi.
Secondo uno studio del Comitato per l’annullamento del debito (Cadtm) se si calcolasse un interesse annuo del 3% si arriverebbe alla cifra enorme di mille miliardi di euro. Cifre stratosferiche che non sembrano rientrare nelle reali intenzioni del governo greco. Nei giorni scorsi, infatti, una speciale commissione presieduta dall’ex direttore generale del Tesoro, Panagiotis Karakousis, ha indicato il debito tedesco nei confronti della Grecia in 11 miliardi di euro. La cifra non contempla la voce riguardante le riparazioni per i danni subiti durante l’occupazione tedesca dal 1941 al 1944 che invece fa parte del conteggio
Per comprendere il contenzioso, però, occorre approfondire due altre vicende: la Conferenza di Londra del 1953, con la quale sono stati annullati gran parte dei debiti di guerra della Germania e il trattato di riunificazione della Germania del 1990 siglato a Mosca.
Nel primo grande appuntamento internazionale dopo la Seconda guerra mondiale, gli alleati occidentali (Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Belgio, Olanda e molti altri) decisero quello che oggi è impedito alla Grecia: una riduzione del 62,5% del debito tedesco.
Questo ammontava a 22,6 miliardi di marchi per la parte anteriore alla guerra e a 16,2 miliardi cumulato dopo la Seconda guerra mondiale. Fu ridotto a 14,5 miliardi e alla Germania furono garantiti altri benefici importanti: il rimborso in marchi, un tetto al rimborso annuo fissato al 5% dei redditi provenienti dalle esportazioni, un tasso di interesse oscillante tra lo zero e il 5%. Anche grazie a queste condizioni la Germania uscì dalla sconfitta disastrosa e divenne la potenza che è.
In quella conferenza, all’articolo 5 dell’accordo, si stabilì peraltro che “l’esame dei crediti scaturiti dalla Seconda mondiale dei Paesi in guerra con la Germania oppure occupati (…) saranno differiti fino al regolamento definitivo del problema delle Riparazioni”. Un rinvio sine die che impedì che la Grecia potesse beneficiare del rimborso dovuto.
Il sine die si è prolungato fino al 1990 quando si è verificata l’unificazione delle due Germanie e la vera fine geopolitica del periodo post-bellico. Il Trattato di Mosca del 1990, il cosiddetto trattato 4+2 (siglato dalla Repubblica federale e dalla Repubblica democratica di Germania insieme a Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Unione sovietica) non fa però alcuna menzione dei debiti di guerra e del capitolo delle Riparazioni. Ed è proprio su questo appiglio giuridico che si lega la posizione tedesca: non essendo menzionato il problema, si intende risolto. L’interpretazione è riportata nelle note all’accordo redatte dall’allora direttore degli affari politici del ministero degli Esteri francese, Bertrand Dufourcq: “Il trattato di Mosca non contiene tutte le clausole di un trattato di pace (…) in particolare non menziona il problema delle riparazioni”. Tuttavia, sottolinea ancora il diplomatico francese, il documento contiene “aspetti essenziali di un trattato di pace” ed è proprio “per il suo non-detto che mette davvero fine al periodo aperto nel 1945”.
Il contenzioso è molto raffinato e probabilmente non se ne farà nulla. Ma Atene ha deciso di tirare fuori la vicenda per avere più armi nella difficile trattativa con l’Europa. Il rapporto Karakousis, infatti, sarà girato al ministro degli Esteri il quale dovrà inviarlo all’Avvocatura di Stato. Inoltre, dovrebbe essere insediata una apposita commissione per consigliare il governo sulla strada da seguire. Per il momento, a giudicare dalle reazioni tedesche, la mossa di Tsipras ha ottenuto l’effetto di innervosire Berlino. E forse anche questo autorizza Tsipras alla dichiarazione fatta ieri dopo l’incontro con il collega austriaco: “È nell’interesse di tutti trovare una soluzione favorevole a tutti”, ha detto in previsione dell’incontro di domani a Bruxelles dei ministri dell’Eurozona: “Ecco perché sono molto ottimista. Finora non abbiamo sentito nessuna alternativa praticabile rispetto a quella che noi abbiamo proposto. Non vi è ragione per non raggiungere un accordo, a parte motivi politici”.





domenica 11 gennaio 2015

Matteo Salvini confonde il Corano con la Torah:quando la grossolanità incontra il pressappochismo...

Commentando i tristi fatti di Charlie Hebdo dei giorni scorsi, il leader del Carroccio Matteo Salvini parlando su Sky ha spiegato che “ … l'estremismo musulmano deriva da un'errata interpretazione della Torah”. La Torah è il libro sacro della religione ebraica, che poco ha a che fare con l'islam, evidentemente il capo dei padani duri e puri ed aspirante leader di tutti i destroidi ha confuso la Torah con il Corano. Non servono commenti...


Vedi:

domenica 4 gennaio 2015

Maroni e la difesa della famiglia



Alleanza Cattolica e l'associazione Obiettivo Chaire con il patrocinio della Regione Lombardia organizzano il 17 gennaio, in occasione della Giornata per la Famiglia, un convegno dal titolo “Difendere la famiglia per difendere la comunità”. Tra i partecipanti ci sarà la giornalista Costanza Miriano, che ha scritto il libro “Sposati e sii sottomessa” (non c'è molto da commentare...) e l'ex deputato Pd Mario Adinolfi ideatore dei circoli “Voglio la mamma” che si battono contro l'aborto, il matrimonio omosessuale, l'eutanasia ecc. Ciliegina sulla torta, il governatore della regione Lombardia Roberto Maroni concluderà i lavori.
L'associazione Obiettivo Claire considera l'omosessualità un disturbo psichiatrico (vedi http://www.alleanzacattolica.org/indici/ex_libris/obiettivochaire333.htm) che con le opportune terapie può essere curata...


L'alleanza con Putin comincia a dare i suoi frutti: molto probabilmente la presenza di Maroni ad un meeting inqualificabile come questo servirà a rafforzare l'immagine “maschia” e tradizionalista che deve dare il suo partito, un modo per sentirsi in sintonia con il clima di caccia alle streghe omofobo che è in atto in Russia...  

domenica 22 settembre 2013

ALBA DORATA: UN PERICOLO SOTTOVALUTATO



Ilias Kasidiaris, portavoce di Alba Dorata, ammiratore di Hitler e delle Waffen SS, convinto negazionista. 
Leggo sull'Unità di ieri:Grecia/ Azione del governo per dichiarare fuorilegge Alba DorataRoma, 21 set. (TMNews) - Il governo di Atene ha avviato la procedura per dichiarare fuorilegge il partito Alba Dorata, dopo l'omicidio di un artista commesso tre giorni fa da uno dei membri del partito neonazista. Stando a quanto riporta oggi il Wall Street Journal, giovedì scorso il governo ha presentato alla procura la documentazione in cui si attesta che Alba Dorata ha agito come un'organizzazione criminale organizzata, rappresentando così una minaccia all'ordine pubblico.
http://www.unita.it/notizie-flash/grecia-azione-del-governo-per-dichiarare-fuorilegge-alba-dorata-1.522644
Non c'è da rallegrarsi tanto per la sensibilità democratica dei governanti greci, fino all'altro giorno i partiti di governo auspicavano una collaborazione con il partito di Alba Dorata dopo le elezioni. Per quanto riguarda le questioni di fondo il loro linguaggio è quasi lo stesso, cambiano solo i toni e le sfumature. Fino ad oggi hanno sempre coperto e tollerato in un modo o nell'altro le marachelle dei “cattivi ragazzi” di ultradestra. Le forze dell'ordine poi sono sempre state conniventi con questo movimento politico, spesso chiudendo tutti e due gli occhi di fronte alle aggressioni e le vessazioni dei militanti di Alba Dorata.

Per il partito di Nea Dimocratia, che aspira a formare un governo senza i socialisti e la Sinistra moderata, l'esistenza di un partito molto forte alla sua destra che ruba consensi e non è “prevedibile” costituisce un enorme problema che va affrontato. Una strategia da seguire è quella dell'antifascismo di facciata per mettere nell'angolo i neonazisti sperando di recuperare consensi a loro spese. Ma sarà una gara dura, l'uovo di serpente si è schiuso, il movimento coccolato per tutti questi anni mira a diventare partito di governo con le buone o con le cattive. Già da tempo si finanzia attraverso il “pizzo” (la protezione che riscuote dai negozianti extracomunitari) ora anche con l'aiuto in moneta sonante degli armatori greci (1), che costituiscono la punta di diamante del capitalismo greco (secondo Wikipedia la flotta mercantile greca è la più grande del mondo) (2) apre nuove sedi in Grecia ma anche all'estero, con l'intento di esportare la sua malvagia ideologia anche nei Paesi - soprattutto anglosassoni - dove sono presenti forti comunità greche.


Grecia, rapper antifascista ucciso da Alba Dorata

Pavlos Fyssas, rapper antifascista di 34 anni noto col nome di Killah P, è stato accoltellato a morte questa notte dai fascisti di Alba Dorata.
Il tutto è avvenuto nel sobborgo di Keratsini, a ovest di Atene, dove Killah P stava passeggiando assieme alla fidanzata e altre due persone; intorno alla mezzanotte un gruppo di una ventina di neofascisti ha cominciato ad urlare insulti nei loro confronti e poco dopo si è messo a rincorrerli fino a corso Lampraki, dove da una seconda strada è spuntato un altro gruppo di appartenenti ad Alba Dorata che ha circondato il rapper.
E’ stato a quel punto che una macchina ha inchiodato nei pressi del gruppo che stava aggredendo Killah P, il guidatore è sceso e ha accoltellato il rapper antifascista prima al cuore e poi all’addome.
L’intera scena si è svolta sotto lo sguardo di una moto della polizia che solo ad aggressione compiuta e con la maggior parte del gruppo di fascisti ormai dileguatosi si è avvicinata e ha arrestato l’assassino del rapper: si tratta di un uomo di 45 anni appartenente ad Alba Dorata.
Killah P è stato portato via in ambulanza ma è morto poco dopo l’arrivo in ospedale per le gravi ferite riportate.
Stando ai primi racconti che circolano sul web da stanotte, le modalità con cui l’omicidio è avvenuto non lasciano molto spazio a dubbi rispetto al fatto che si sia trattato di una vera e propria aggressione programmata, svoltasi ancora una volta con la connivenza e la complicità della polizia greca che fin dal primo nascere della formazione neofascista di Alba Dorata ha sempre dimostrato ampie collusioni ed appoggio al gruppo e che questa notte ha lasciato che la violenza neonazista potesse compiersi indisturbata.
Tanto i media greci quanto quelli nostrani, inoltre, in parte hanno optato per il silenzio totale sulla notizia e in parte in queste ore stanno diffondendo resoconti dell’aggressione ampiamente falsati, riportando di una discussione calcistica degenerata in rissa all’esterno di un bar.
Dopo le innumerevoli aggressioni per mano di Alba Dorata a danno di migranti, antifascisti e militanti della sinistra che hanno costellato gli ultimi mesi (l’ultima risale solo a pochi giorni fa, quando 8 militanti del partito comunista KKE sono stati aggrediti non lontano dal luogo dell’omicidio di stanotte), il gruppo neonazista ha optato stanotte per una vera e propria trappola omicida da indirizzare contro chi, come KIllah P, ha sempre professato l’antifascismo nei testi delle proprie canzoni. E’ evidente che il tentativo di alzare la testa e le aggressioni compiute indisturbate da parte dei militanti di Alba Dorata si stanno compiendo grazie all’appoggio più o meno esplicito di polizia, parte dei media e dell’arco parlamentare, in un momento in cui il governo si trova a fronteggiare nuove e grosse difficoltà alle prese con nuove ondate di scioperi e proteste in tutta la Grecia.
Nel frattempo ad Atene e nel resto del paese sta montando la rabbia per la notizia dell’uccisione di Killah P e per questo pomeriggio è stata lanciata una manifestazione antifascista che partirà dal luogo dell’omicidio alle 18, mentre si preparano cortei anche a Thessaloniki, nei campus universitari e in diverse altre città greche.

Dall'ingresso in parlamento nel giugno 2012, il partito xenofobo non ha smesso di attaccare politici di sinistra, immograti e omossessuali, ma, godendo di uno stato di quasi impunità, ha anche consolidato la sua popolarità, toccando il 13% dei consensi, contro il 7% del 2012. L'indagine della polizia ha fatto emergere un legame diretto tra il partito e l'omicidio del rapper 34enne Pavlos Fyssas. Fyssas sarebbe stato aggredito di 40 persone, tra cui il 45enne che ha confessato di averlo ucciso; la polizia è giunta alla conclusione di un'aggressione premeditata dopo aver esaminato i tabulati telefonici della vittima, da cui sono emerse telefonate e messaggi in cui si invitata il rapper a recarsi sul posto dove poi è stato ucciso. Tra le telefonate è emersa anche quella del leader della sezione locale di Alba Dorata.
IlSole24ore 21 sett 2013

ll vero volto di Alba dorata
All'indomani dei funerali di Pavlos Fyssas, il rapper assassinato nella notte tra il 17 e il 18 settembre da un militante di Alba Dorata, To Ethnos pubblica alcune rivelazioni sulle "truppe d'assalto" del partito neonazista, usando un'espressione che riecheggia le SA di Adolf Hitler.
In una lunga intervista, un ex esponente di Alba Dorata, la terza forza politica del paese entrata in parlamento nel giugno del 2012,racconta al quotidiano che "per entrare nel partito bisogna dimostrare di essere capaci di atti violenti e che non si ha paura di colpire". I militanti che hanno lasciato il partito o sono stati espulsi sono oggetto di una "vessazione telematica", in particolare sui social network. L'ex militante spiega inoltre che Alba Dorata chiede ai suoi affiliati di fornire "protezione" ai commercianti, in particolare contro la mafia albanese, e che stranamente i vestiti raccolti i "per i greci" nelle collette organizzate dal partito finiscono spesso sui banconi dei negozi dei pachistani.
Secondo Kathimerini "il governo ha aperto il dossier Alba Dorata": i ministri e le forze dell'ordine sono in stato d'allerta. Un disegno di legge per condannare i partiti come Alba Dorata in quanto "gruppi terroristi" sarà pronto al più presto. Ieri sera il ministro dell'ordine pubblico ha trasmesso al procuratore generale un documento contenente 30 nomi dei militanti più pericolosi di Alba Dorata.


Anche la stampa di sinistra ha dato un taglio “calcistico” alla vicenda, infatti il fatto quotidiano all'indomani dell'uccisione parla di “lite per una partita”:

Grecia, giovane ucciso da militante Alba Dorata. Proteste in tutto il Paese

Una lite per una partita di calcio si trasforma in una rissa per motivi politici: un 45enne iscritto al partito neonazista se ne va e torna con una quindicina di persone. La vittima (un rapper militante di sinistra) è stata accoltellata al cuore e alle costole. Il presidente Papoulias: "Sdegno"




(1) http://www.ant1iwo.com/ellada/2013/09/21/guardian-ellhnes-efoplistes-xrhmatodotoy/
(2) http://en.wikipedia.org/wiki/Greece#Maritime_industry 

sabato 20 luglio 2013

Due infelici donne kazake



Non avrei molto da aggiungere a quanto è stato scritto sui giornali a proposito del caso "Shalabayeva", in questi giorni ci siamo fatti una cultura a proposito delle peripezie della famiglia kazaka e del lontano e sconosciuto paese dal quale provengono.
Riassumo i fatti in due parole: la notte del 28 maggio 2013 Alma Shalabayeva, moglie dell’imprenditore e dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, è stata arrestata da agenti della questura di Roma, insieme alla figlia di sei anni, mentre si trovava in una villa a Casal Palocco, alla periferia di Roma. Le forze dell’ordine, che agivano su richiesta delle autorità del Kazakistan, cercavano suo marito che non era in casa, così Shalabayeva è stata arrestata con l’accusa di possedere un passaporto falso.
Il 31 maggio la donna e la bambina sono state imbarcate su un aereo diretto in Kazakistan, dove ora sono agli arresti domiciliari.
Il 5 luglio una sentenza del tribunale di Roma ha condannato l’operato della questura di Roma, dichiarando che il passaporto della Repubblica Centroafricana di Alma Shalabayeva è valido. Così è nato il caso politico.
Cercando di essere ancora più sintetici si potrebbe riassumere in questo modo: due persone inermi, che non hanno violato la legge in Italia, sono state consegnate alle autorità di un paese che non è certo un modello di democrazia, governato da un despota che guarda caso è un nemico giurato del marito dell'una che è e padre dell'altra.
Poi, sempre per puro caso, questo despota è amico stretto del più importante e influente politico italiano. Chi pensa male è prevenuto.
Quello che mi ha impressionato è che i vari ministri coinvolti nel caso, Alfano, la Bonino, la Cancellieri, senza aver fatto prima una verifica, sin dal primo momento si sono affrettati a rassicurare i giornalisti sulla correttezza dell'operazione: tutto in regola e secondo la legge, tutte le procedure sono state seguite alla perfezione.
Invece la faccenda presenta palesi contraddizioni che saltano all'occhio al primo esame: Il 30 maggio il prefetto di Roma ha firmato il decreto di espulsione della donna kazaka e di sua figlia adducendo dei fantomatici “precedenti penali” di cui non c’è traccia da nessuna parte.
Poi l’aereo che ha rimpatriato le due donne in Kazakistan è stato noleggiato in Austria dall’ambasciata kazaka prima che il giudice di Pace decretasse l’espulsione, come se i diplomatici fossero già al corrente dell’esito del procedimento.
Poi la cosa più sconvolgente è che nell'informativa letta dal ministro degli Interni in senato l'altro ieri si parla del «rimpatrio delle due donne kazake», omettendo, all'interno di questa formula burocratica, una verità scomoda: che una delle due «donne kazake» è in realtà una bambina di sei anni e che, dunque, per la Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia sottoscritta dall'Italia nel 1989 non era possibile in nessun caso espellerla.
(vedi il bellissimo articolo di Raffaele K. Salinari "Quer pasticciaccio di Casal Palocco" su il manifesto del 18 luglio 2013)

per approfondire:










Nursultan Nazarbaev, Mukhtar Ablyazov

domenica 23 giugno 2013

JPMorgan e democrazia: un rapporto conflittuale


Il 28 maggio scorso il colosso finanziario statunitense JP Morgan ha emesso un rapporto dove viene preso in esame il processo di aggiustamento degli squilibri macro-economici dei paesi del sud. Senza tanti giri di parole, come causa per l'inefficacia delle politiche di ripresa e di integrazione economica vengono denunciati la ... troppa democrazia, le tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, il diritto di protestare, ecc.
La ricetta per uscire dalla crisi passa ovviamente attraverso l'adozione di "necessarie" riforme politiche ed economiche -ultraliberiste- il rafforzamento dell'esecutivo, la modifica delle Costituzioni impregnate di spirito socialista, abbattere delle stato sociale, più flessibilità, meno garanzie, la solita nenia che cantano all'unisono i conservatori e i finti progressisti da decenni ormai.
Il 5 giugno (probabilmente dopo ave letto questo rapporto) i deputati Pd Vinicio Peluffo, Andrea Martella, Dario Nardella, Roberto Giachetti e Antonio Misiani, hanno presentato una proposta di legge per la trasformazione del sistema politico istituzionale, dalla forma di governo parlamentare a quella di governo presidenziale. In mancanza di idee migliori meglio non ci rimane altro che consegnare il nostro futuro nelle mani di un caudillo, di un nuovo maresciallo Petain-
Per chi non sapesse di che si occupa la JPMorgan, cito da Wikipedia: la JPMorgan Chase & Co. è una società finanziaria con sede a New York, ed è leader nei servizi finanziari globali.
Nel 2012 la procura di New York denuncia per frode Bear Sterns e Emc Mortgage, del gruppo JP Morgan, per la truffa dei mutui subprime. Le perdite della Bear Sterns ammontano a 22,5 miliardi di dollari, hanno provocato la disoccupazione di 7 milioni di persone negli Stati Uniti d'America e la crisi che da un anno imperversa in tutti i paesi d'Europa.
Per approfondire:


21 giugno 2013
JP Morgan ha emesso un documento, nel quale viene presentata un’analisi del processo di aggiustamento degli squilibri macro-economici dei paesi del sud. Ma il documento non si limita a parlare di inflazione o di partite correnti. Entra nel merito dei “difetti” dei paesi del sud. A proposito dei limiti tipici di questi paesi, si dice:
Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica: debito pubblico troppo alto, problemi legati ai mutui e alle banche, tassi di cambio reali non convergenti, e varie rigidità strutturali. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea. Quando i politici tedeschi parlano di processi di riforma decennali, probabilmente hanno in mente sia riforme di tipo economico sia di tipo politico.
è singolare che si tracci questo parallelo tra ciò che è scaturito dalla lotta antifascista e ciò che non ci permette di integrarci adeguatamente nel sistema dell’euro. Il problema è chiaramente individuato nelle costituzioni. Per fortuna i politici tedeschi lo sanno. Ma andiamo avanti.
I sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo.
Ecco arrivati al dunque: il complotto dei rossi. Aveva ragione Berlusconi, la nostra Costituzione è sovietica. Il fatto è che anche quella portoghese lo è. E non solo: in effetti tutti i popoli mediterranei sono dovuti uscire dal giogo di dittature fasciste o para-fasciste (negli anni ’70, sopratutto). Perciò hanno approntato delle leggi fondamentali che si distanziassero il più possibile dalla precedente esperienza. E ciò ne fa delle costituzioni inadatte all’eurozona.
I sistemi politici e costituzionali del sud presentano tipicamente le seguenti caratteristiche:esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite  modifiche dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia).
Chiaramente, ci vogliono esecutivi più forti. Abbiamo già chiarito a cosa servano.I paesi del sud presentano dei sistemi politici improntati ad un odioso partecipazionismo, e non accolgono il sano principio che ci vogliono governi forti per attuare riforme coraggiose. Tipo quelle miranti a limitare i diritti dei lavoratori.
Come al solito, nulla è nascosto, nulla è celato, tutto è mainstream. L’aristocrazia finanziaria internazionale ci dice chiaramente che se vogliamo tenerci l’euro dobbiamo rinunciare alla Costituzione. Eduardo Galeano riporta nel suo libro “Specchi” di un graffito su un muro argentino, “ci pisciano in testa e ci dicono che piove“. Non è più vero. Ci pisciano in testa e ci dicono che ci pisciano in testa.
Di: Claudio Martini
Da: il-main-stream.blogspot.it


JP Morgan “Troppa democrazia. E la crisi resta”

Scritto da LUCA PISAPIA, IL FATTO QUOTIDIANO | 22 giugno 2013
Il più grande ostacolo alle diffusione delle politiche liberiste di austerity nell’Europa meridionale sono le Carte costituzionali, nate dalla resistenza e dall’antifascismo, che impediscono le necessarie riforme strutturali perché tutelano troppo i lavoratori, dando loro addirittura “licenza di protestare”.
Per questo bisogna sbarazzarsene al più presto. Lo scrive in un rapporto datato 28 maggio 2013 il colosso finanziario statunitense Jp Morgan: una di quelle società formalmente denunciate nel 2012 dal governo federale americano come responsabile della crisi dei subprime del 2008. Dal suo ufficio londinese Malcolm Barr, uno dei principali estensori del documento di JP Morgan, preferisce non rilasciare dichiarazioni, ma conferma tutto quanto è scritto a pagina 12 e 13 del documento. Si comincia con l’analisi delle difficoltà d’integrazione degli Stati meridionali dell’Eurozona: “Quando la crisi è iniziata era diffusa l'idea che questi limiti intrinseci (all’attuazione delle politiche di austerity, ndr) avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei Paesi del sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell'area europea”. Poi, detto che le politiche neoliberiste non riescono ad avere mano libera per ostacoli di natura politica, gli autori cercano la radice di questi problemi, e la individuano nelle Costituzioni antifasciste, impregnate di socialismo: “I sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell'esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo”. Infine, ecco centrato l’obiettivo: “I sistemi politici e costituzionali del sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei Parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; (…) la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo (…) Vi è una crescente consapevolezza della portata di questo problema, sia nel centro che nella periferia dell'Europa”.
Il documento di Jp Morgan ha ovviamente sollevato molte polemiche, secondo diversi analisti per la prima volta è stata infatti scritta nero su bianco la vera strategia con cui la finanza mondiale vuole imporsi nei paesi dell’Eurozona: la dismissione delle Costituzioni antifasciste, e delle tutele che le Carte costituzionali garantiscono in materia di lavoro.


giovedì 13 giugno 2013

UNA LEZIONE DI DEMOCRAZIA: MULTE ALLE TV TURCHE CHE TRASMETTONO LE PROTESTE

“ … Il Consiglio Supremo della Radio e della Tv (Rtuk) turco, organismo di controllo nominato dal governo Erdogan, ha multato le piccole tv che hanno trasmesso in diretta le manifestazioni di protesta. Lo riferisce Hurriyet online.
Rtuk motiva così la sanzione: ”Hanno danneggiato lo sviluppo fisico,morale e mentale di bimbi e giovani”.
Fra le emittenti multate c’è anche Halk Tv, una piccola tv privata vicina all’opposizione che ha avuto un enorme aumento di popolarità nelle ultime settimane per essere stata la sola a coprire in diretta continua le manifestazioni.
Gli oppositori hanno denunciato il silenzio sulla protesta, su pressione del governo, delle grandi Tv di informazione, che hanno trasmesso fra l’altro due settimane fa soap o documentari sui pinguini durante i primi duri scontri di Taksim”.

Una lezione di pluralismo, non c'è che dire, ma tutto sommato non è stata una brutta idea, devono aver pensato i nostri governanti, se il governo della vicina Grecia può permettersi di chiudere 3 canali tv e 28 radio da un giorno all'altro, una multa per aver trasmesso cose sgradevoli al governo può sembrare una cosa da niente.

Lo dichiara il ministro degli Esteri Emma Bonino, riferendo alla Camera sulla situazione in Turchia. “Un esame di maturità per il governo turco ... Ma dobbiamo evitare l’errore di guardare alla Turchia con l’ottica ingannata da modelli illusori. Si è sentito parlare di ‘primavera turca – ha sottolineato il ministro -, ma non è così. I turchi non sono arabi, e queste manifestazioni ricordano maggiormente quelle che abbiamo visto nelle nostre capitali, come occupy wall street. In Turchia – ha detto ancora Bonino - c’è un malessere diffuso causato anche dalle aggressioni subite dalla stampa ma anche dal mondo femminile. Un malessere acuto dovuto anche ad alcune scelte del governo e alle privazioni di alcune libertà personali... La Turchia è chiamata a decidere se vuole diventare una democrazia matura. Occorre continuare a incoraggiare l’adesione di principi di pluralismo. Vogliamo una Turchia – ha concluso - pienamente democratica in Europa. Per raggiungere questo obiettivo occorrono leadership lungimiranti da una parte e dell’altra. 

Ma se la Bonino è ambigua e non prende una posizione di chiara condanna, i nostri amici del PD sono ancora più comprensivi. Infatti leggo che...

Il futuro e il presente della Turchia ci interessa perché da lì parte e passa anche il futuro della costruzione europea. Abbiamo a cuore il futuro della Turchia perché abbiamo a cuore come noi costruiamo uno nuovo spazio di valori e cooperazione per costruire la pace e la democrazia”. Lo ha detto Vincenzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri durante il dibattito sull’informativa del ministro degli Esteri, Emma Bonino, sui recenti scontri in Turchia.
Siamo preoccupati - ha proseguito Amendola - per gli eventi che si stanno susseguendo dalla sera del 31 maggio; possiamo riflettere su di noi, su la costruzione dell’identità europea e sulla mancanza di coerenza tra valori europei e prassi quotidiana. Davanti a fatti drammatici come quelli che stanno accadendo in Turchia in questi giorni non sono ammissibili assoluzioni ma neanche affermazioni come ‘la pazienza ha un limite’. Piazza Taksim non è piazza Tahrir perché la Turchia ha avviato un cammino democratico da decenni. La nostra forza di europei che vogliono la Turchia dentro uno spazio comune di valori (sono curioso di capire qual'è secondo Amendola lo spazio comune di valori tra Erdogan e il Partito Democratico), democrazia e cooperazione fa sì che noi possiamo giocare un ruolo importante in queste ore, come il ministro Bonino sta facendo con parole chiare e di grande amicizia”.

Quindi la Turchia ha avviato un cammino democratico da decenni. Oppure dobbiamo dire così per non creare incidenti diplomatici. Oppure tutto sommato un modello di repubblica autoritaria, violenta, oscurantista, neoliberista ci sta anche bene, anzi bisognerebbe importarlo anche da noi in Italia.


venerdì 31 maggio 2013

Panico all'aeroporto di Atene: parte un colpo dalla pistola di un parlamentare di Alba Dorata



Atene, 29 maggio. Dalla pistola del parlamentare greco del partito di estrema destra Alba Dorata Antonis Gregos è partito un colpo, mentre la stava consegnando alle autorità prima di imbarcarsi per Salonicco. Secondo la versione fornita da Gregos, quando è partito il colpo la pistola era nelle mani di un funzionario della compagnia aerea Aegean, mentre un portavoce della compagnia aerea sostiene che il colpo è partito mentre la pistola era ancora nelle mani del parlamentare. Fortunatamente non ci sono state vittime, la pallottola si è conficata nel pavimento senza altre conseguenze.
Il regolamento della compagnia aerea non permette ai passeggeri di imbarcarsi armati, essi devono consegnare l'arma al personale preposto, l'arma viene custodita in una busta sigillata dal pilota e restituita al proprietario una volta arrivati a destinazione.
Non è la prima che attivisti o parlamentari di Alba Dorata creano problemi con la loro mania di andare in giro armati.
All'inizio di questo mese il parlamentare di Alba Dorata Panayiotis Iliopoulos ha tentato di entrare in parlamento armato, e venne fermato da una guardia.
Il 2 di maggio una persona con la pistola in tasca e bene in vista ha cercato di picchiare il sindaco di Atene Yiorgos Kaminis ma è stata fermata dalle sue guardie del corpo. Si trattava dell'attivista di Alba Dorata Giorgos Germenis che è stato denunciato per aggressione a mano armata.
Un altro parlamentare di Alba Dorata, Ilias Panayotaros, è stato intervistato da una troupe televisiva australiana mentre partecipava ad una iniziativa del suo partito – donazione di sangue puro greco in una Smart, sì avete capito bene! - mentre gli fuoriusciva la pistola dalla tasca.

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