domenica 12 giugno 2011
Una lapide controversa
Qualche giorno fa, il 2 di giugno , nel cimitero della Villetta di Parma, l' ”Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi della Rsi”, con l'approvazione della giunta comunale, ha fatto collocare una lapide che commemora i caduti della Rsi. La stele riporta: “Ai caduti e dispersi militari e civili della Repubblica sociale italiana (1943-1945)”, e sotto si trova una frase del poeta Giosuè Carducci: “L’Italia avanti tutto! L’Italia sopra tutto!”. La cerimonia non è stata resa pubblica probabilmente per evitare contestazioni ma la scelta della data (2 giugno, Festa della Repubblica) sicuramente non è stata casuale. L'unica “autorità” presente era l’assessore comunale Davide Mora, ex Msi e An, intervenuto a titolo personale.
Il giorno dopo il vicesindaco Paolo Bussi ha difeso l'operazione affermando che “...“La giunta comunale ha permesso la posa di una lapide ai caduti della Repubblica Sociale nel cimitero della Villetta perché riteniamo che tutti i morti vadano rispettati ... Parma è capace di rispetto per tutti. Curioso che qualcuno non lo capisca. Trovo infatti piuttosto triste che si tenti di strumentalizzare politicamente anche un semplice gesto di pietas verso dei morti e le loro famiglie perché l’odio non è mai buon consigliere”.
Pietas umana? Non mi sembra, è un'altra tappa della strategia di legittimazione del fascismo e dei suoi valori che tenta in modo malcelato di mettere in atto il governo del centrodestra. Prima si parla di pietas umana per i morti, poi di rispetto per i combattenti che sono morti per le loro idee (belle idee...), poi si arriva alla norma giuridica. L'altro giorno ho letto che un deputato del Pdl, Gregorio Fontana ha presentato una proposta di legge in commissione Difesa della Camera che in pratica equiparar sotto ogni profilo i combattenti della repubblica di Salo' ai partigiani ed ai combattenti per la libertà.
La Repubblica Sociale Italiana (oppure Repubblica di Salò) era uno stato fantoccio messo in piedi dai tedeschi per giustificare l'occupazione militare dell'Italia nel 1943. Non è stato riconosciuto come entità statale da nessun altro Paese tranne che dalla Germania ed i suoi satelliti e le sue forze armate sono state utilizzate come supporto per affrontare i partigiani e mantenere l'ordine interno. Le efferatezze che hanno commesso non hanno bisogno di essere spiegate o elencate, basta dare un'occhiata si wikipedia per farsi un'idea. Ma la cosa fondamentale è che questi militari lottarono contro l'Italia, hanno combattuto per mantenere il vecchio regime totalitario fascista, nella sua versione più brutale, quella orchestrata dai nazisti. Sono morti in battaglia contro i partigiani e gli alleati, contro il “nemico interno”, i loro ideali erano quelli della razza pura, dell'eliminazione fisica degli ebrei, della repressione di chi non la pensava come loro. Altro che Patria e Onore. Hanno combattuto per una causa sbagliata, disumana, erano criminali o complici di criminali, e grazie a Dio, hanno perso. Qualcuno era forse in buona fede, ma la maggior parte di loro era fiera della propria ferocia e malvagità. Chi non ha avuto nessuna pietà per le sue vittime pretende la pietas umana. Non riesco a immaginare che tipo di rispetto e riconoscimento potrà mai meritare gente del genere.
Quando negli anni '50 Albert Kesselring, comandante delle forze armate tedesce in Italia durante la guerra, è tornato in libertà , dichiarò che gli italiani avrebbero dovuto erigergli un monumento (perché era stato troppo corretto). Pietro Calamandrei scrisse allora la famosa epigrafe che riporto sotto, che è stata messa sotto una lapide ad ignominia di Kesselring deposta dal comune di Cuneo.
Lo avrai, camerata Kesselring...
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna
e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre RESISTENZA
Per approfondire:
http://www.anpi.it/il-pdl-ci-riprova-i-reduci-di-salo-come-i-partigiani-smuraglia-si-nega-la-storia/
http://molinetto-parma.blogautore.repubblica.it/2011/06/03/villetta-targa-per-i-repubblichini-di-salo/
http://www.agoravox.it/Legge-per-Equiparare-i.html
http://molinetto-parma.blogautore.repubblica.it/2011/06/07/lapide-dedicata-a-salo-parte-raccolta-di-firme/
http://luciadelchiaro.blog.kataweb.it/il_mio_weblog/2009/01/09/giustizia-per-i-poveri-repubblichini/
Rsi, Davide Mora, Paolo Bussi, Gregorio Fontana, Albert Kesselring, Pietro Calamandrei
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