domenica 14 agosto 2011

“La gente chiede rigore”, parola di Tremonti



La maxi manovra del Governo è stata presentata due giorni prima di ferragosto. Un Tremonti indeciso e un Berlusconi sicuro di sé (complice la sua nuova chioma dipinta/incollata ancora più folta) hanno elencato un insieme di misure populiste e reazionarie: con la scusa della crisi e delle richieste dei partner europei intendono smantellare diritti fondamentali, svendere il patrimonio pubblico, tagliare, spremere, tassare, sfinire chi non può difendersi, i meno privileggiati. Per non parlare della fissa dell'abolizione della contrattazione collettiva, oppure dell'idea di cambiare la Costituzione per non permettere la spesa in deficit.
Non sono state toccate le pensioni e non sono stati ridotti gli stipendi nel pubblico impiego, “per ora”, ma i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità. Cioè se sbaglia chi dirige le conseguenze le pagheranno i sottoposti. Un modo per abituarsi all'idea che di stipendio si prenderà sempre di meno.
Una semplice domanda: queste misure porteranno ad una nuova crescita? Non vedo come. Ma non sono state pensate per tale scopo, il progetto dei nostri governanti, come del resto del trio Trichet-Merkel-Sarkosy è quello di imporre pesanti riforme neoliberiste in tutto in continente, creando una società autoritaria, paternalistica, classista, sul modello ungherese per intenderci.
Le richieste dei nostri partner europei sono sempre le stesse: riduzione della spesa pubblica, taglio degli stipendi, “riforma” delle pensioni, libertà di licenziare per le imprese, aumento dell’IVA, smantellamento dello stato sociale,   liberalizzazioni, privatizzazioni, riforme strutturali e istituzionali “necessarie” (ma non si dice esattamente quali), svendita del patrimonio pubblico, incentivare il settore pubblico a scapito di quello privato. Quest'ultima è una grande contraddizione, perché in Italia e non solo, molte imprese private importanti sono gestite in modo pessimo. Difficile sostenere che la Parmalat, per fare un esempio, sia stata gestita in modo razionale, e le Ferrovie tedesche oppure quelle francesi (che sono pubbliche) invece no.
Bisognerebbe poi cercare di capire che cosa sia in realtà il modello di governo dell'Unione europea: distinti statisti che promuovono la democrazia e il benessere dei cittadini europei oppure  l'espressione politica degli interessi delle banche e dei settori industriali e finanziari dei due paesi leader, che senza nessun controllo democratico e partecipativo impone politiche suicide e riforme coatte al resto dei Paesi membri che diventano de facto Paesi a sovranità limitata.


Tremonti, Berlusconi, Trichet, Merkel, Sarkosy, Parmalat

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