mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile: la perdita della memoria



Roma, 24 apr. (Adnkronos) - Il 25 aprile "è diventata la festa di tutto il popolo e la Nazione italiana. Nessuna ricaduta in visioni ristrette e divisive del passato, dopo lo sforzo paziente compiuto per superarle è oggi ammissibile". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che oggi al Quirinale ha incontrato le Associazioni Combattentistiche e d'Arma, in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile.
"E' una grande forza della democrazia - ha aggiunto il capo dello Stato – il promuovere occasioni di unità tra tutte le forze politiche e sociali che si riconoscono in fondamentali valori comuni, quelli che si celebrano in una giornata come il 25 aprile, quelli che sono sanciti nella prima parte della Costituzione repubblicana".
La Resistenza è stata "una grande esperienza collettiva nazionale", un "processo di altissimo valore ideale e morale, ma anche complesso e non esente da ombre", ha detto Napolitano. "Anche attraverso analisi e riflessioni critiche, e rimuovendo reticenze se non occultamenti della verità - ha proseguito -, si sono messi a fuoco momenti negativi o aspetti fuorvianti di un processo di altissimo valore ideale e morale, ma anche complesso e non esente da ombre. E si è lavorato tenacemente per liberare l'immagine e il volto della Resistenza dalle ferite di quel che fu anche guerra civile e dalle stratificazioni di ostilità e di odio di cui ancora rimanevano tracce".
L'Italia ha "assoluto bisogno di occasioni di unità, di terreni di dialogo e di responsabile collaborazione" per affrontare "con successo le gravi difficoltà finanziarie, economiche e sociali riconducibili a troppi ritardi e carenze nello sciogliere nodi strutturali e istituzionali che ostacolano il pieno dispiegamento delle straordinarie risorse ed energie su cui l'Italia può far leva", ha detto il presidente della Repubblica.
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"Esperienza non esente da ombre", "momenti negativi o aspetti fuorvianti", "stratificazioni di ostilità e di odio", "visioni ristrette e divisive del passato" queste sono le parole che ha trovato per descrivere la Resistenza il nostro Presidente. Qualche anno fa un discorso del genere sarebbe stato considerato revisionismo storico ma oggi viene passato per equilibrato, un colpo alla botte e uno al cerchio.
Ma quali sono queste forze politiche e sociali che si riconoscono nei fondamentali valori comuni e con le quali dobbiamo celebrare la ricorrenza di oggi superando le divisioni del passato? Possiamo chiederlo al sindaco di Roma Alemanno che non se la sente di condannare il regime fascista (vedi sotto) oppure a Mario Borghezio che vorrebbe onorare i caduti della Repubblica di Salò (perché no? In fondo erano in buona fede).

25 aprile: Borghezio, domani andrei a onorare caduti Repubblica Sociale

 24 aprile 2012, ore 19:30
Roma, 24 apr. (Adnkronos) - "Se non fossi impegnato a fare il mio dovere di europarlamentare a Bruxelles", domani 25 aprile "andrei volentieri al cimitero centrale di Torino ad onorare le tombe dei dimenticati, cioe' i caduti della Repubblica Sociale Italiana". Lo ha detto Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord, intervenendo a 'Un Giorno da Pecora'. "Nella mia vita - aggiunge rispondendo alle domande dei conduttori - non sono mai andato ad un corteo dell'Anpi e non ci andrei certo domani".

Veltroni si dimette da Museo Shoah "Alemanno, frasi ambigue"

La Repubblica, 8 settembre 2008
... Il sindaco di Roma ha fatto un distinguo tra il regime di Mussolini in generale e le leggi contro gli ebrei. Il primo, ha detto il sindaco, "non fu il male assoluto e non mi sento di condannarlo". Condanna che, invece, Alemanno riserva alle leggi razziali promulgate dal regime: "Quelle sono state il vero male assoluto". Una posizione diversa da quella di Fini che, nel 2003 in Israele, condannò il fascismo in toto chiamandolo, appunto, "il male assoluto". Una posizione, quella di Alemanno, che ha fatto insorgere la comunità ebraica, e non solo.