Roma,
24 apr. (Adnkronos) - Il 25
aprile "è
diventata la festa
di tutto il popolo e la Nazione italiana.
Nessuna ricaduta in visioni ristrette e divisive del passato, dopo lo
sforzo paziente compiuto per superarle è oggi ammissibile". Lo
ha detto il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano che
oggi al Quirinale ha incontrato le Associazioni Combattentistiche e
d'Arma, in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile.
"E'
una grande forza della democrazia - ha aggiunto il capo dello Stato –
il promuovere
occasioni di unità tra tutte le forze politiche e sociali che
si riconoscono in fondamentali valori comuni, quelli che si celebrano
in una giornata come il 25 aprile, quelli che sono sanciti nella
prima parte della Costituzione repubblicana".
La
Resistenza è stata "una grande esperienza collettiva
nazionale",
un "processo di altissimo valore ideale e morale, ma anche
complesso e non esente da ombre", ha detto Napolitano. "Anche
attraverso analisi e riflessioni critiche, e rimuovendo reticenze se
non occultamenti della verità - ha proseguito -, si sono messi a
fuoco momenti negativi o aspetti fuorvianti di un processo di
altissimo valore ideale e morale, ma anche complesso e non esente da
ombre. E si è lavorato tenacemente per liberare l'immagine e il
volto della Resistenza dalle ferite di quel che fu anche guerra
civile e dalle stratificazioni
di ostilità e di odio di cui ancora rimanevano tracce".
L'Italia
ha "assoluto
bisogno di occasioni di unità, di terreni di dialogo e di
responsabile collaborazione"
per affrontare "con successo le gravi difficoltà finanziarie,
economiche e sociali riconducibili a troppi ritardi e carenze nello
sciogliere nodi strutturali e istituzionali che ostacolano il pieno
dispiegamento delle straordinarie risorse ed energie su cui l'Italia
può far leva", ha detto il presidente della Repubblica.
...
"Esperienza
non
esente da ombre", "momenti negativi o aspetti fuorvianti",
"stratificazioni di ostilità e di odio", "visioni
ristrette e divisive del passato" queste sono le parole che ha
trovato per descrivere la Resistenza il nostro Presidente. Qualche
anno fa un discorso del genere sarebbe stato considerato revisionismo
storico ma oggi viene passato per equilibrato, un colpo alla botte e
uno al cerchio.
Ma
quali sono queste forze politiche e sociali che si riconoscono nei
fondamentali valori comuni e con le quali dobbiamo celebrare la
ricorrenza di oggi superando le divisioni del passato? Possiamo
chiederlo al sindaco di Roma Alemanno che non se la sente di
condannare il regime fascista (vedi sotto) oppure a Mario Borghezio
che vorrebbe onorare i caduti della Repubblica di Salò (perché no?
In fondo erano in buona fede).
25 aprile: Borghezio, domani andrei a onorare caduti Repubblica Sociale
24 aprile 2012, ore 19:30
Roma,
24 apr. (Adnkronos) - "Se non fossi impegnato a fare il mio
dovere di europarlamentare a Bruxelles", domani 25 aprile
"andrei volentieri al cimitero centrale di Torino ad onorare le
tombe dei dimenticati, cioe' i caduti della Repubblica Sociale
Italiana". Lo ha detto Mario Borghezio, eurodeputato della Lega
Nord, intervenendo a 'Un Giorno da Pecora'. "Nella mia vita -
aggiunge rispondendo alle domande dei conduttori - non sono mai
andato ad un corteo dell'Anpi e non ci andrei certo domani".
Veltroni si dimette da Museo Shoah "Alemanno, frasi ambigue"
La Repubblica, 8 settembre 2008
... Il sindaco di Roma ha fatto un
distinguo tra il regime di Mussolini in generale e le leggi contro
gli ebrei. Il primo, ha detto il sindaco, "non fu il male
assoluto e non mi sento di condannarlo". Condanna che, invece,
Alemanno riserva alle leggi razziali promulgate dal regime: "Quelle
sono state il vero male assoluto". Una posizione diversa da
quella di Fini che, nel 2003 in Israele, condannò il fascismo in
toto chiamandolo, appunto, "il male assoluto". Una
posizione, quella di Alemanno, che ha fatto insorgere la comunità
ebraica, e non solo.