lunedì 20 dicembre 2010

Gasparri e gli arresti preventivi: il lupo perde il pelo...


Indovina: chi è il giovane con gli occhiali?

Leggo su www.liquida.it:
"Fa discutere la proposta lanciata dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che in una nota auspica un'azione preventiva contro i possibili capi dei gruppi di violenti protagonisti degli scontri di martedì scorso nella capitale... Intanto gli studenti promettono un "assedio" ai palazzi del potere per mercoledì 22."
Ieri sul Corriere della Sera invece affermava:
"...qui ci vuole un 7 aprile. Mi riferisco a quel giorno del 1978 (in realtà era il 1979, ndr) in cui furono arrestati tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo. Si sa chi c’è dietro la violenza scoppiata a Roma: tutti i centri sociali i cui nomi sono ben noti città per città. ... Per non far vivere all’Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza. Chi protesta in modo pacifico e democratico va diviso dai vasti gruppi di violenti criminali che costellano l’area della sinistra. Solo un deciso intervento può difendere l’Italia».
L'onorevole ha la memoria corta: quando era giovane partecipava attivamente alle manifestazioni del FUAN, che molto spesso finivano in modo violento. Era forse per questo l'on. Gasparri un potenziale delinquente?
Ma la domanda più importante è un altra: i politici hanno l'autorità per decidere chi deve essere arrestato e chi no? oppure si può decidere di arrestare chi ancora non ha commesso il reato? Mi viene in mente il film "Minority Report" di Steven Spielberg di qualche anno fa (che era basato su un libro di Philip K. Dick) dove esistevano squadre di poliziotti che arrestavano - oppure uccidevano - chi aveva intenzione di commettere reati in base alle previsioni di un team di veggenti... fantascienza? Tanti anni fa, quando in Italia c'era ordine e disciplina e i treni arrivavano sempre in orario, gli oppositori venivano preventivamente arrestati ogni volta che c'era una manifestazione del regime. Da allora sono cambiate tante cose, grazie a Dio adesso il regime è democratico, ma il nostro amico sembra non essersi accorto. Avendo male digerito la svolta di Fiuggi ogni tanto spara delle cavolate che tradiscono una mentalità fascistoide e violenta che farebbe invidia anche a Videla.

Maurizio Gasparri, Philip K. Dick, Steven Spielberg, Jorge Rafael Videla

mercoledì 8 dicembre 2010

L'incredibile truffa dell' Otto Per Mille... come il gioco delle tre carte!!!

Cosa significa 8 per mille?

Con il Concordato del 1929, lo Stato italiano si impegnò a pagare direttamente lo stipendio al clero cattolico, con il meccanismo della “congrua”. La congrua era una specie di stipendio assegnato dallo Stato italiano ai sacerdoti “in cura d'anime" (addetti cioè ai servizi di assistenza spirituale). Con il “nuovo” Concordato del 1984 si decise un nuovo meccanismo di finanziamento alla Chiesa cattolica, solo in apparenza più democratico in quanto allargato alle altre religioni: lo Stato decideva di devolvere l’8 per mille dell’intero gettito IRPEF alla Chiesa cattolica (per scopi religiosi o caritativi) o alle altre confessioni o allo Stato stesso (per scopi sociali o assistenziali), in base alle opzioni espresse dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi.

Come funziona il meccanismo?

Ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi può scegliere la destinazione dell’8 per mille del gettito IRPEF tra sette opzioni: Stato, Chiesa cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche Italiane.

In realtà nessuno destina il proprio gettito: il meccanismo assomiglia di più ad un gigantesco sondaggio d’opinione, al termine del quale si “contano” le scelte, si calcolano le percentuali ottenute da ogni soggetto e, in base a queste percentuali, vengono poi ripartiti i fondi. Anche la mancata formulazione di un’opzione viene ripartita in base alle scelte espresse. Alcune confessioni, più coerentemente, lasciano allo Stato le quote non attribuite, limitandosi a prelevare solo quelli relativi ad opzioni esplicite a loro favore: cosa che non fa la Chiesa cattolica, ottenendo un finanziamento quasi triplo rispetto ai consensi espliciti ottenuti a suo favore. La distribuzione sui dati del 2001: 87,25% Chiesa Cattolica, 10,28% Stato, 1,27% Valdesi, 0,42% Comunità Ebraiche, 0,31% Luterani, 0,27% Avventisti del settimo giorno, 0,20% Assemblee di Dio in Italia. Va notato che su oltre 30 milioni di contribuenti, solamente il 39,62% ha espresso un’opzione e quindi solo il 34,56% della popolazione ha espresso una scelta a favore della Chiesa cattolica (che invece ha incassato l'87,25%), per un ammontare di 936,5 milioni di euro (quasi 2.000 miliardi delle vecchie lire).

Come vengono spesi i soldi?

La Chiesa Cattolica sembra che prediliga destinare i fondi ricevuti dallo Stato alle cosiddette “esigenze di culto” (47,2%): finanziamenti alla catechesi, ai tribunali ecclesiastici, alla costruzione di nuove chiese, manutenzione dei propri immobili e gestione del proprio patrimonio. Ovvio che non vedremo mai alcuno spot su queste tematiche: ai tanto strombazzati aiuti al terzo mondo, cui è dedicata quasi tutta la pubblicità cattolica, va guarda caso solo l’8% del gettito. Ma anche lo Stato non scherza. Come emerso a novembre 2006 dalle pagine di Repubblica, nell'ultimo anno di legislatura del governo Berlusconi l'8 per mille dato dai cittadini italiani per l'arte, la cultura e il sociale è finito nei fondi per la guerra in Iraq e solo una minima parte per la fame nel mondo.

Gli altri aiuti dello Stato alla Chiesa?

Tuttavia gli aiuti dello Stato alla Chiesa non finiscono qui: esiste un fondo speciale pagamento pensioni al clero dal disavanzo perennemente in rosso; è prevista l'esenzione fiscale totale, comprese imposte su successioni e donazioni, per le parrocchie e gli enti ecclesiastici; i pagamenti degli stipendi agli insegnanti di religione, nominati dai vescovi incidono per più di 500 milioni di euro sul bilancio statale; ci sono i finanziamenti alle scuole cattoliche ed in varie regioni, parte degli oneri di urbanizzazione a disposizione dei comuni deve essere destinata agli «edifici di culto». Infine, nell’ambito del Decreto Fiscale collegato alla Legge Finanziaria 2006, il Parlamento ha introdotto l’esenzione ICI per gli immobili adibiti a scopi commerciali per la Chiesa. Secondo stime dell’ANCI, il provvedimento comporta minori entrate per i Comuni nell’ordine di 700 milioni.

Che fare?


Abbiamo visto che non scegliere equivale a dare alla Chiesa Cattolica. Per questo, oltre alla classica scelta di devolvere l'8 per mille allo Stato sperando che questa volta non lo mandi in Afghanistan ma lo utilizzi per arte, cultura e ricerca, molte persone legate ad una cultura laica e di sinistra hanno scelto di devolverlo ai valdesi.

da: http://creditvel.myblog.it/archive/2010/08/10/l-incredibile-truffa-dell-otto-per-mille-come-il-gioco-delle.html